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ciste fra loro in parti opposte più lontane. Dal che si rende manifesto, che
filo di acqua non vi era in tutta quella massa, che invaso non fosse da qualche
porzione della corrente elettrica. E con tutto questo non passava ancor tutta
la piena con quella prontezza, e facilità, con cui può passare per un filo sot-
tilissimo di metallo; posto il quale in perfetta comunicazione colle due lastre,
sia fuori sia dentro l’acqua, ossia tirato dall’una all’altra senza alcuna di-
scontinuità metallica, non sentono più scossa alcuna mani, rane, in
qualunque luogo di quell’acqua trovinsi immerse, anche al contatto dell’una
o dell’altra di dette lastre, o del filo metallico, che le unisce, quando si fa
sopra di esse lastre la scarica elettrica della pila, o della boccia: nulla, dico,
risentono le mani, o le rane tuffate, allorchè comunicano fra loro le due lastre
per mezzo di un filo metallico anche sottilissimo; a meno che sia la scarica
elettrica troppo forte, e capace di quasi arroventare esso filo.

Quanto poco conduttrice è dunque l’acqua, (convien pure ripeterlo)
in paragone dei metalli: calcolando da quanto debb’essere più spaziosa la
strada nell’acqua che in un metallo qualunque, per lasciar passare con eguale
facilità e prontezza un grosso torrente elettrico, ossia una data quantità di
questo fluido in egual tempo, dobbiam dire che sia non centinaja, non mi-
gliaja, ma milioni di volte meno conduttrice quella che questi.

§ 66. Simili sperienze alle ora descritte possono farsi come ne insegna
l’istesso VOLTA adoperando invece dei catini, o vasche piene d’acqua, panni,
cartoni, od altri corpi imbevutine copiosamente. Applichinsi per esempio
ad una tovaglia, o tappeto ben bagnato due piastre metalliche grandi o pic-
ciole, come si vuole, in distanza di alcuni pollici una dall’altra, e sopra questa
o quella si erga in piedi una buona pila, o posi una boccia di Leyden ben
carica (si può anche far senza di questa piastretta, tenendone luogo sia il
primo piattello, o base di essa pila, sia l’esterna armatura di tal boccia);
quindi una o più persone applichino le palme delle mani allo stesso panno
bagnato, ora frammezzo, e in dirittura di quelle piastre, or fuori di tal dire-
zione, e a diverse distanze: all’atto, che con un arco metallico facendosi
comunicare la testa della pila, o l’uncino della boccia a quell’altra piastretta,
seguirà la scarica, e avrà luogo la corrente elettrica, che dee passare pel panno
bagnato, si proveranno le scosse dalla persona, o persone, che stanno colle
mani applicate al panno medesimo; scosse più deboli a proporzione che tali
contatti delle mani si fanno a maggiore distanza dalle piastre; e solo man-
cheranno a distanze molto grandi, a quelle per avventura di 2. piedi, o più:
alle quali, e più oltre ancora, potranno venire scosse delle rane o intiere,
o tagliate per metà, o fatte in quarti. Curioso spettacolo sarà, sparse tro-
vandosi quà e sul panno bagnato, che copra un tavolo intiero, diverse
rane, quali trucidate soltanto, e scorticate, quali fatte in brani, dove am-
bedue le coscie colle gambe, e dove una gamba sola, ec. vederle convellersi,