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capo a qualsisia parte similmente carnosa del tronco, suppongo, dico, che co-
deste parti toccate, oltre al trovarsi egualmente monde e nette siano almen
presso a poco dell’istessa consistenza, ed abbiano le rispettive loro superficie
molto più ruvide molto più liscie.

Or simili appunto quanto basta soglion essere la carne nuda delle coscie,
e quella del dorso nelle rane ripulite dopo la preparazione con detergerne bene
il sangue ed ogni umor viscido, lavate e rilavate, se occorre, e discretamente
prosciugate: e quindi è, che coll’applicazione dell’arco tutto dell’istesso me-
tallo a tali parti similari non si eccitano le convulsioni, a meno che non si
frapponga al luogo di questo o di quel contatto un qualche conduttore umido
diverso dall’acqua, come si è indicato [2].

Ma se dissimili fossero notabilmente per stessi o nella durezza e consi-
stenza, o nel levigamento, o in altro, i muscoli rispettivamente toccati dai capi
dell’arco metallico omogeneo, potrebbero sibbene nascere le convulsioni anche
senza l’interposizione di sangue, od altro umore viscido o salso; come accade
infatti qualche rara volta. Ciò succede più facilmente se invece di applicare
un capo del detto arco metallico omogeneo alle parti carnose e molli delle coscie,
si applica ai muscoli più compatti e lisci delle gambe, segnatamente al gastro-
cnemio, e coll’altro capo si viene in seguito a toccare o i nudi nervi ischiatici,
o la carne molle e mezzo stracciata del dorso; e meglio ancora se il contatto
di tal muscolo gastrocnemio si fa nella parte inferiore del medesimo, dove pre-
senta una superficie bianco-lucida, ossia colore di perla, e va divenendo duro
tendine. Questo tendine ho già mostrato nelle due lettere precedenti essere
così differente, in ordine alla virtù di cui si tratta, dalle parti carnose, molli,
e di superficie men liscia come pure dai nudi nervi ischiatici che portandolo al
contatto di codesti nervi o di tali parti carnose del tronco della nostra rana,
non però ad un contatto immediato, ma coll’interposizione d’uno strato grosso
o sottile di sangue o d’altro umore viscido, o salino (poichè debbono essere
non meno di tre i conduttori diversi, come ho spiegato in dette Lettere e
spiegherò ancora meglio tra poco) viene a determinarsi una corrente elettrica,
non molto potente, è vero, ma pure valevole ad eccitare le convulsioni in tutti
i muscoli delle gambe di essa rana, quando sia essa preparata a dovere, e molto
sensibile. Or se tra il già detto tendine procedente dal muscolo gastrocnemio,
e i nudi nervi ischiatici, od una parte carnosa qualunque del tronco s’inter-
ponga, invece d’uno o d’altro degl’indicati umori, un pezzo di metallo, se
inducasi la comunicazione e compiasi il circolo, col nostro arco di un sol metallo,
applicando acconciamente un di lui capo ad esso tendine e portando l’altro
capo sopra i già detti nervi, o sopra qualsivoglia parte carnosa del tronco,
oppure (ciò che in fondo è lo stesso) a questa parte medesima o ai nervi si
applichi una lamina di quel metallo che si vuole, e adducasi quindi al contatto
della medesima il gran tendine della gamba, si darà parimenti mossa ad una