189
non posso più dubitare, che sia capace di far levar fiamma al volume
d'aria infiammabile mista colla comune, ma alcuni accidenti, se veri sono,
e se vere son le narrate circostanze, escludono anche questa supposizione
della scintilla spiccata dai sassi. Del resto riguardo ai fuochi fatui, e mas-
sime ai così detti ambulones incendiarii, che s'accendono a Cielo aperto, non
veggo perchè una qualche stella cadente non ne possa, talvolta almeno,
essere la suscitatrice. Checchè ne sia delle due osservate dal P.re BECCARIA;
comechè non siano forse, com'egli presume, ed io fui pure inchinato a cre-
dere, scintille elettriche, sono però scintille e fuoco, e tanto basta perchè
possano appiccar fiamma alla nostr'aria. Che poi siffatte stelle cadenti stri-
scino talora fin presso al suolo, molti ne sono testimonii, e MUSSCHENBROEK
dice esser cosa esploratissima; ed io posso pur dire d'averne una singolar-
mente osservata assai grossa, che calò abbasso fin quasi sulla riva d'un largo
fosso: non ho però veduto scintillare l'erba, i rigagnoli, che pur ivi
erano. Ho letto ancor io, sebbene con troppa fretta, l'opera dell'Ab. FON-
TANA sull'aria nitrosa. Poco vi ho trovato di nuovo, fuor quello che punto
non mi par verisimile, molto meno dimostrato. Parlo aperto, a fronte anche
delle lodi entusiastiche, che mi dite aver riportato in Francia singolarmente.
Non mi fa specie di quel paese emulo dell'Inghilterra. Vorrebbero appunto
quei Mrs. (i quali a dirla non sanno che imporre pomposamente, con rami,
descrizioni, apparecchi di sperienze, effetti, applicazioni, ecc., e infine ci
rimpastan cose vecchie, e note, e trite colla giunta d'una vernice, d'un bru-
nito), vorrebbero, dissi, per invidia delle belle scoperte di CAVENDISH,
MACBRIDE, ecc., e sopratutto dell'incomparabile nostro PRIESTLEY, contra-
starle, sopprimerle, o almeno offuscarle; come già si argomentarono per
tanto tempo e con tanta ostinazione di abbattere il Newtonianismo, e di poi
screditare l'inoculazion del vajuolo e i conduttori del fulmine. Io credo dun-
que che innalzin FONTANA per opporre un contr'altare a PRIESTLEY. Im-
maginatevi! Non parlerò del primo volume di questo valorosissimo Inglese;
ma dirò del secondo, che v'hanno più di cento pagine, ciascuna delle quali
vale tutto il libro dell'Ab. FONTANA. Finalmente ove quest'ultimo mena ru-
more si è nell'analisi dell'aria nitrosa. Ci dimostra che nell'effervescenza col-
l'aria comune l'aria nitrosa fatta dall'acido proprio del nitro e di flogisto,
si decompone e con ciò perde l'abito aereo, precipitandosi, e figurandosi di
bel nuovo in goccie l'acido, e passando il flogisto all'aria comune, la quale
perciò rimane flogisticata. La diminuzione pertanto doversi attribuire in
massima parte all'aria nitrosa, il cui volume ricadendo in goccie, sparisce
si può dir per intiero. Farò giustizia all'autore, che ha tutto questo con chiare
e decisive sperienze provato; ma questa teoria non posso dirla sua: ella è
tutta di PRIESTLEY; come vuò farvi vedere riportando per esteso i suoi passi.
Nella seconda parte del suo primo volume, sez. 3. Osservazioni sull'aria ni-