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e del diametro di 4. pollici, il secondo lungo il doppio, e la metà men grosso;
il terzo lungo otto volte più e altrettanto men grosso: cioè quello ha 2. pol-
lici di diametro con 2. piedi di lunghezza, questo 8. piedi di lunghezza con
6. linee di grossezza. Ciascheduno di questi tre cilindri ha dunque un’egual
superficie, cioè di un piede quadrato, senza contare però quella delle teste,
per cui il vantaggio sta dalla parte del cilindro più grosso. Sono poi tutti
similmente inargentati e bruniti, e così resi buoni Conduttori. Or giusta
la legge generalmente stabilita, che la capacità dei Conduttori siegue la ra-
gion delle superficie, dovrebbe poter ricevere e contenere tanto l’uno
quanto l’altro di tali cilindri un’eguale dose di elettricità; anzi un poco più
il cilindro più grosso, per conto della maggiore superficie, che, come s’è
detto, si trova avere alle due teste. Ma la cosa non va così: il cilindro
grosso 2. poll. e lungo 2. piedi riceve una quantità notabilmente maggiore
di elettricità di quello che ne riceva il cilindro grosso 4. poll. e lungo sola-
mente un piede. Il cilindro poi grosso appena 6. lin. ma in compenso lungo
8. piedi si carica incomparabilmente più che questo o quell’altro, e più
che ambedue gli altri insieme.

Se alcun mi domandasse com’ accertar si possa, che uno riceva mag-
gior dose di elettricità che l’altro, non avrei che a fargli provare la scintilla
di ciascuno di questi Conduttori caricato quanto più si può, finchè e. g.
ne spiccia il fuoco spontaneamente nell’aria: sentirebbe quanto la scintilla
del cilindro lungo e sottile è più scotente della scintilla dell’altro corto
e grosso, e del mezzano ancora. Per voi, Signore, che sapete meglio di me
giudicare dai moti di un Elettrometro (mi servo ancor io come voi di un
semplice filo di lino teso leggermente da una pallottola di sovero, e che
pende lungo il dorso d’un assicello), che comprendete che quanto più d’a-
zione e di giri della macchina accade d’impiegare per far salire il pendo-
lino ad una determinata tensione, tanto maggiore vuol dirsi che sia la ca-
pacità del Conduttore, basterà il dirvi, che appunto conviene aggirar la
macchina dippiù per il cilindro più lungo e sottile; che quanta tensione ec-
cita per avventura un sol giro negl’altri grossi, non l’eccitano ancora tre
o quattro giri nel detto cilindro lungo. Sapete altresì, che appressando l’un-
cino di una boccia di Leyden carica ad un Conduttore isolato, ne trae questo
una scintilla proporzionata alla sua capacità. Ora de’ tre miei cilindri quello
che riceve dalla boccetta scintilla più grande, e di molto, egli è appunto il
più lungo e stretto.

Ella è dunque posta fuor d’ogni dubbio la prevalenza riguardo alla ca-
pacità di quello tra’ Conduttori di egual superficie, che supera gli altri in
lunghezza, quanto ad essi è inferiore in grossezza: prevalenza notabilissima,
e che d’or innanzi dovrà determinarci ad abbandonare i grossi cilindri o
cannoni usitati, per sostituirvene de’ sottili ma altrettanto più lunghi; come