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colo o catena continua di comunicazione; la qual corrente incontrando sul
suo passaggio que’ tali nervi e muscoli irritabili, che fan parte ossia anello di
tal catena, ne li stimola e scuote conformemente alla loro indole eccitabile,
onde le rispettive sensazioni, e moti muscolari. Insomma codesti organi ani-
mali sono, relativamente alla mossa del fluido elettrico, non già’ attivi, come
sostiene GALVANI, ma. meramente passivi: e sono al contrario attivi, volerlo
o non volerlo, i conduttori dissimili, massime i metallici; ai quali il VOLTA
a proposito e a tutta ragione il nome di eccitatori, o motori.

Si dice dissimili: perchè, acciò i conduttori la facciano a un tempo anche
da motori nel mutuo loro contatto, vogliono essere effettivamente diversi;
sia la differenza grande, e sostanziale, sia accidentale e picciola, limitata’ alla
sola superficie, o a pochi punti del contatto: come ha provato esso VOLTA
con molte sperienze riportate nelle diverse sue Memorie sopra tal soggetto (e) .
E si dice massime metallici: perchè, come i metalli (comprendendovi molte
miniere, e piriti, e i carboni) sono conduttori per eccellenza, così sono anche
motori i più insigni ed efficaci, sempre inteso ove. si tocchino due tra loro diversi,
e tanto meglio, quanto più sono diversi: talchè, come parlando di conduttori,
e non accennando altro, si soleva già intendere comunemente i metalli, senza
però escludere affatto gli altri deferenti men buoni; così parimenti parlando
dei motori, voglionsi intendere specialmente, non però esclusivamente, i me-
talli: e il VOLTA medesimo, anche allorquando parve limitarsi a questi, non
escluse assolutamente gli altri; anzi si spiegò fin dapprincipio in qualche, suo
scritto (specialmente in una lunga lettera al cel. Fisico Olandese Dr. VAN-
MARUM: e in un’altra all’Ab. TOMMASELLI di Verona, scritte ambedue nel-
l’estate del 1792), che inclinava ad attribuire la stessa virtù d’incitare e smo-
vere il fluido elettrico, ad attribuire cotale virtù e forza nuovamente da lui
scoperta nei metalli, anche ai conduttori non metallici, a tutti insomma i
deferenti umidi, avvegnachè in grado molto minore. E questo poi è ciò, che
comprovò alcuni anni dopo con nuove serie di sperienze, e mise in più chiaro
lume particolarmente nella sua 3a Lettera all’Ab. VASSALLI Professore di
Torino, scritta in Ottobre del 1795, e pubblicata al principio del 1796 negli
Annali di Chimica ec. di BRGUNATELLI (f) , e più ampiamente ancora in altre
lettere, che formano una lunga dissertazione, al Prof. GREN di Halla, scritta
in Agosto del 1796, e pubblicata in detti Annali nel corso dell’anno 1797 (g) .

Non serve dunque più obbiettare a VOLTA, come fa nuovamente GAL-