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Mont. pg. 15.
Carissimo amico.
Como 27 gennaio 1776.
Il mio ritardo a scrivervi procede unicamente dal trovarmi molto oc-
cupato.
Oltre il preparar le lezioni di giorno in giorno, mi si sono affollate
molte lettere in queste ultime settimane: ne ho scarabocchiate di lunghis-
sime al Padre Barletti, sul far di quelle che scrivea a Voi nell’estate pas-
sata: da queste si andrà forse pescando fuori qualche cosa per gli opuscoli.
Verbo opuscoli, ho vedute le vostre sperienze sulla diversa intensità del ca-
lore ne’ raggi di diverso colore; mi pajon belle e delicate, e mi fan bramare
di vedere quel dippiù che promettete.
Una cosa mi par singolare, che l’in-
tensità maggiore sia nel raggio giallo, non nel rosso.
Il miglioramento
o correzione, che indicate per il termometro, mercè l’allontanamento d’ogni
umidità, arguisco qual sarà da ciò che già mi scriveste intorno la niuna
sensibile attrazione che ha il solfo dell’umido dell’aria: egli vuol essere dun-
que un’intonacatura alla palla del termometro di solfo.
Non ho risposto nulla alle sperienze che mi comunicaste dell’abbate
FONTANA, credute poco favorevoli alla teoria Frankliniana.
A dir vero ne
fo poco caso; e certo niuna è nuova toltone forse l’esperimento del cre-
scere la capacità della bottiglia per la carica.
BECCARIA ha con somma dili-
genza notata e decifrata l’apparenza equivoca del fiocco ne’ corpi elettriz-
zati in meno, e lo ha chiamato fiocco spurio: di questo parmi avervi già scritto
altra volta.
Quanto alle fimbrie rivolte ad ambi i lati opposti nelle carte fo-
rate da colpo elettrico, NOLLET avea già molt’anni sono fatta quest’obbiezione
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