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pieranno a farsi divergenti, ed a moversi verso il dito, o qualunque corpo che
gli presentate; e invece comincieranno a perdere della divergenza che aveano
i fili del piatto elettrizzato B. B dunque si risente dell’elettricità eccessiva
di A, e tale elettricità egli stesso affetta; perocchè i suoi fili fatti già divergenti
fuggono da un altro corpo che sia elettrico in più, come da un tubo di vetro
fregato, da un nastro nero, e corrono veloci ad un elettrico in meno e. g. un
nastro nero a un cilindro di ceralacca ec.

Crederebbesi a prima giunta, che parte del fuoco ridondante di A, fosse
tragittato al corpo B, e non sembra ciò indicare il dicadere la divergenza
tanto appunto dicaduta ne’ fili di A, di tanto appunto, quanto prende piede
ne’ fili di B? Ma nulla di questo: il fuoco non è altrimenti . . . . . . . . in-
teso crepito di scintilla, veduto raggio alcuno di luce spicciare.

Pur si potrebbe tuttavia supporre che tragittasse il fuoco da A in B
chetamente, ed invisibile.

Contro tale supposizione però sta il fatto, il quale mostra che nemmeno
la minima parte del fuoco ridondante nel corpo A è passata al corpo B, ma