202
e soprattutto le sperienze fatte intorno al così detto pozzo elettrico, di cui voi
foste il primo, Signore, a darci una bella analisi (a) , ci fan vedere e toc-
car con mano come l’elettricità sulla esterna faccia solamente de’ Conduttori
si dispieghi (b) . Quindi è che nelle nostre macchine per uso de’ Conduttori
comodi a un tempo e capaci soglionsi in oggi adoperare grossi cilindri, e
sfere vuote d’ottone (giacchè il farli massicci a nulla giova), cannoni gros-
sissimi di latta, ovver’ anche di cartone ricoperto di foglietta metallica,
o carta dorata ec. In somma si cerca che il volume sia grande, cioè ampia
la superficie del Conduttore, qualunque siane la figura, salvochè puntuta
od angolosa: poichè ben ci è noto per altro principio come e quanto le
punte e gli angoli favoriscano la dispersione dell’elettricità.

Ma niuno s’è ancora avveduto, ch’io sappia (o se per avventura ta-
luno ne ha dato un cenno, lungi è troppo che siasi la cosa posta nel lume
che merita), che di due Conduttori di egual superficie fra loro quello abbia
maggior capacità, che di tal dato volume più gode in lunghezza, che in lar-
ghezza o in grossezza. Eppure la differenza è notabilissima. Alcune spe-
rienze intorno all’azione delle atmosfere elettriche mi hanno condotto a que-
sta scoperta, e a stabilire le seguenti proposizioni, cioè: che la grossezza
di un Conduttore conferisce molto meno che la lunghezza alla capacità di
lui: che la figura sferica non è la più vantaggiosa a tal oggetto; che lo è
assai più la cilindrica: che però anche riguardo ai cilindri se non può dirsi
assolutamente superfluo il dare ad essi un gran diametro in grossezza (come
fassi comunemente coi cannoni di latta, o di cartone destinati ad uso di
gran-Conduttori), è però un meschino vantaggio che se ne ritrae, e incompara-
bilmente minore di quello che trarrebbesi, se in luogo di grossezza gli si desse
un equivalente in lunghezza: che in una parola poco importa che il Con-
duttore sia grosso, ma molto che sia lungo.

Per comprovare le asserite cose con delle sperienze che fossero deci-
sive, ho preso tre cilindri di legno, il primo della lunghezza di un piede,