140
sia, eccovi, amico, in adempimento della promessa le osservazioni, che ho
avuto luogo di fare fin qui, e che sono non ancora che un principio, o poco
più; giacchè molte me ne rimangono tuttavia a fare per togliere alcuni dubbj,
soddisfare a varie questioni, e porre in chiaro diverse cose.

da E 47 α.

Comincerò dal dirvi, che i congegni ch’io adopero per eseguire coteste
nuove sperienze, sono alquanto diversi da quello che mi avete voi delineato
colla figura annessa al vostro scritto; e che questi oltre al riuscire più comodi
servono nel medesimo tempo ad un maggior numero e varietà di prove. Ma
prima di passare a mostrarveli tali miei congegni permettetemi ch’io vi ac-
cenni qui di passaggio e ricordivi alcune cose relative all’Apparato e prima
di venire alle sperienze di questo genere, e alle riflessioni sui loro risultati,
e consentanee ai principj che mi hanno condotto alla sua costruzione, e a
ciò, che già vi scrissi vari mesi sono nelle altre mie lettere, in cui vi diedi
una sufficiente descrizione di esso Apparato sotto diverse forme, in ispecie
sotto quella a colonna ed a corona di tazze.

Egli è propriamente all’apparato a colonna composto di una serie di
molte coppie formato da un buon numero di doppi piattelli di metallo sovrap-
posti gli uni agli altri, cioè uno d’argento o di rame e l’altro di zinco per cia-
scuna coppia, e interpolati ad ogni coppia da bollettini di cartone o di pelle
molto inzuppati d’acqua semplice, o meglio salata e diviso se occorre in più
colonne fig. [2] ...., ch’io dicea convenirsi il nome di organo elettrico artificiale
per la sua somiglianza anche nella forma all’organo elettrico naturale della
Torpedine. L’altro formato di molte tazze di vetro fig...... o piccioli bic-
chieri (servono benissimo, de’ tubi più piccioli ancora dei bicchierini comuni,
cioè larghi appena un pollice, ed altri due circa rotondi, o meglio un poco
schiacciati, quali mi son io fatto fabbricare a posta) contenenti acqua in
natura semplice o meglio salata e concatenati da altrettanti archi metallici,
ciascuno de’ quali termina, e pesca in essa acqua da una parte con una lastra
di zinco, e dall’altra con una di rame, semplice, o meglio di rame legato col-
l’argento, larghe abbastanza per presentare al contatto del liquido un pollice
quadrato almeno di superficie; quest’altro apparato che fondato sull’istesso
principio non differisce in sostanza dal primo, ma soltanto per la forma, mi
è piaciuto di chiamarlo Apparato a corona di tazze.