Am. Sc. di Op. 1776, Vol. XX, pg. 32.

Maggio 1776. [1]

Ho ricevuto alcune settimane sono sotto coperta a me diretta, e mar-
cata dall’officio di Praga uno Scritto tedesco, che tratta in parte del mio
Elettroforo perpetuo (a) . Siccome ho fermo nell’opinione, essere l’autor me-
desimo, che abbia voluto obbligarmi coll’inviare a me questa operetta; così
mi credo permesso di trasmettergli io pure alcuni fogli italiani da me pub-
blicati l’anno scorso in un’Opera periodica (b) concernenti il medesimo Elet-
troforo. Non senza difficoltà ho potuto intendere, Signore, cotesto vostro
tedesco, attesa la poca cognizione, che ho di cotal lingua; di che mi duole
pur assai. Se voi trovaste mai la medesima difficoltà rispetto al mio Ita-
liano, starebbero tra di noi le cose pari. Se non che io voglio pur procurare
di rendermi o più scusabile, o benanche più benemerito di voi, accompa-
gnando i fogli impressi con alcuna cosa scritta di mia mano, e alla meglio
che mi verrà fatto in una lingua, che non è la vostra la mia, ma che
saravvi senza dubbio più famigliare che l’italiana (c) .

Non mi sorprende punto, Signore, che voi stimiate dover diffalcar molto