Como 22 Giugno 1767.

M.to R.do P.re Prof. Col.mo

Niente meno io m’aspettava dalla gentilezza di V. P. M. R. che una
rispostacompita, ed obbligante, qual è quella che di presente ricevo. Se
mi credessi meritevole di quella lode ch’ella troppo abbondantemente mi
compartisce dicendo di aver fatto qualche contodella prima, che dell’ul-
tima mia, potrei insuperbirmi; ma perchè non son sì facile a lusingarmi, ben
conosco essere la di lei espressione effetto di sopraffina gentilezza, e solo posso
da ciò promettermi essere state le suddette mie da V. P. M. R. benignamente
accolte, poichè ne ricevo per caparra ungrazioso riscontro. Posto il genio
ch’ella dimostra di non volere entrar in questione circa la cagione onde
vetri ricevono dalla mano stropicciante, i zolfi contribuiscono riducendosi ella
per combattere il mio supposto a questo solo, che tanto il vetro, quanto il
zolfo si elettrizzano similmente alla catena, e alla macchina; mi restringo ancor
io ad un solo riflesso, che può far parere meno convincente la savissima di
lei osservazione. Dico adunque che per me il vetro scarseggia bensì di vapore
rispetto i corpi che nello stato naturale ritrovansi, ma è tanto poco cotal di-
fetto, che tostochè la macchina divenendo elettrica per difetto perde niente
niente del suo, allora il vetro stesso abbonda in confronto di questa, onde non
è maraviglia se esso pure quando si fa parte di macchina difettivamente si
elettrizi. Così il zolfo in competenza della catena elettrica non più abbonda,
ma scarseggia anzi di vapore, ciò che fa, che essendo in istato di riceverne
si carica ecc. Ma troppo mi dilungo dallo scopo prefissomi, il quale è di por-
gere a V. P. M. R. i più cordiali ringraziamenti del pregiatissimo foglio, di cui
si è degnato farmi contento, e che terrò mai sempre per una delle grazie più
segnalate. La prego però a non volere far replica nuovamente a questa mia,
che altrimenti le riuscirebbe di doppio incommodo, giacchè non soffro ab-
biano luogo le cirimonie ove si tratta di un atto di doverosa riconoscenza che
colla presente io le professo.