AL CITTADINO AB. CARLO AMORETTI
BIBLIOTECARIO DELL’AMBROSIANA
MILANO

C. A.

Pavia 15 giugno 1801.

Jeri ed oggi ha subito gli esami il giovane Vittoresi da voi raccoman-
dato, e dal Mse Cusani, ed ha ottenuta l’approvazione ben meritata. Non
facea bisogno di tante raccomandazioni, e ne sarebbe sortito egualmente
con lode, avendo dato buon saggio delle sue cognizioni.

Riguardo ai fenomeni del Bletonismo, o dei così detti Aquarj, è inutile
ch’io vi ripeta che non li ho mai creduti, e che non potrò mai indurmi a cre-
derli veri. Ma voi mi domandate, se supposto che fossero veri e reali, e quali
me li avete sommariamente esposti, non avrebbero qualche rapporto, o non
potrebbero in alcun modo ridursi ai fenomeni del Galvanismo, e a quelli
specialmente che ottengo io ora più manifesti e tanto più in grande coi miei
nuovi apparati elettrici, composti non d’altro che di metalli, e di conduttori
umidi; se infine non possono subordinarsi alla mia teoria dell’elettricità mossa
dal semplice contatto di conduttori diversi tra loro, massime metallici. Per
non diffondermi ora su questa materia vi dirò in breve, ch’io non ritrovo
alcuna analogia tra i pretesi fenomeni rabdomantici e quelli del Galvanismo,
ossia dell’elettricità metallica, quali si ottengono co’ miei apparati, e che
molto più ancora si allontanano dalla teoria di questi. Se ne allontanano, e
sono affatto disparati, o si riguardino gli originarj motori e loro disposizione,
corpi cioè onde procede l’azione; o si considerino i mezzi, ossia conduttori,
per cui tal’azione si trasmetta, o finalmente gli effetti medesimi.