Cart. Volt. I 5.

§ 1. Un conduttore di metallo, di legno, di cartone, o qualunque altro,
di qualsivoglia grandezza forma e figura, sol che non abbia punte spor-
genti, angoli, o bordi acuti, alcun corpo accuminato gli si avvicini,
e che altronde trovisi perfettamente isolato, un tal conduttore può ricevere
una assai forte elettricità e ritenerla, in circostanze favorevoli di stanza asciutta,
di aria non vaporosa, assai lungo tempo, senza perdita notabile, senza cioè
che passi tal elettricità prontamente nel suolo, e vi si dissipi, senza che se
ne diffonda sensibilmente nell’aria circostante, tantochè mantiensi quello elet-
trizzato presso a poco all’istesso grado, a cui fu portato, per 8. 10. e più
minuti, e talvolta neppure a capo di molte ore giunge a perdere tutta l’elet-
tricità acquistata. Se per esempio colla macchina elettrica, ordinaria, o col-
l’Elettroforo, o con una boccia di Leyden convenientemente carica gli si
infonda tanto fluido elettrico, onde vengane in lui accresciuta la natural
dose (quella cioè, ohe tutti i corpi possiedono) tanto da innalzare 10. 20. 30.
gradi, o più ancora un de’ comuni elettrometri a quadrante, detti elettro-
metri di Henly, [1] questo fluido aggiunto, il quale costituisce tal elettricità
positiva, ossia per eccesso, o in più che vogliasi chiamare, rimarrà per un
tempo notabile confinato quasi tutto in esso conduttore che mantengasi
in un perfetto isolamento, a meno che qualche sottil punta sporgente da
lui, od accostatagli non lo dissipi in tutto, o in parte.

§ 2. Così è: quel fluido elettrico di cui trovasi sifatto conduttore so-
praccaricato, non esce fuori, non si diffonde a formargli intorno una atmo-
sfera materiale, come da molti si è preteso|supposto; ma bene si arresta si può dir
tutto alla sua superficie, punto o poco addensandosi ancora nell’interno in
cui quasi non penetra. Come impedisca se stesso dall’entrarvi lo vedremo
in seguito.