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immediatamente; ciò che avendo luogo nella fig. 6. e non nella 7. fa, che si
abbiano i segni elettrici in quella, e non in questa maniera.

Pr. 33. Che se moltiplicando di molto i giri della Macchina si arriva final-
mente a ottener qualche cosa, ciò viene o da qualche residuo picciolissime di
vecchia elettricità, che per avventura non sia stata intieramente distrutta
prima durante la disposizione della fig. 7. o da un’elettricità affatto
nuova che il disco mobile o gli altri fissi possono aver presa dall’aria o dai va-
pori in quel lungo tempo che si è tenuta in giuoco la Macchina. Può darsi an-
cora, che s’incontri qualche differenza, se non sostanziale, accidentale fra i due
pezzi di Stagno o quelli di Ottone posti a mutuo contatto, la qual sia cagione
di qualche azione sopra il fluido elettrico, di qualche sbilancio ec. Finalmente
anche i combaciamenti dei metalli, ossia conduttori di 1a classe, coi conduttori
umidi, o di 2a classe, debbono pur avere qualche virtù e attività, sebbene in
grado da non paragonarsi a quello dei mutui contatti de’ metalli diversi, come
si è già accennato (Pr. 27. e 29.). Non è dunque da meravigliarsi, che alla lunga
e con istento si ottenga pure qualche segno di Elettricità adoperando col du-
plicatore nella maniera indicata dalla fig. 7. Ciò anzi è consentaneo ed ai prin-
cipj e leggi generali, colle quali si stabilisce, che in tutti i combaciamenti di
conduttori diversi venga più o meno incitato e mosso il fluido elettrico, e non
è altrimenti contrario a ciò che credo aver dimostrato riguardo alla molto
maggiore attività che hanno i confatti de’ metalli abbastanza diversi tra loro
sopra i combaciamenti di essi metalli coi conduttori umidi.

Pr. 34. Checchè ne sia di questi segni elettrici cotanto stentati e tardivi,
della causa cioè onde procedono, s’egli è vero, che appena si ottengono sotto le
condizioni dell’esperienza 6a (fig. 7.) con 40, 60, 80 giri del Duplicatore, quando
all’incontro si ottiene molto dippiù con 20, o 30, nella disposizione dell’esp. 5a
(fig. 6), è forza conchiudere, che il combaciamento di due metalli quanto si
voglia diversi con dei conduttori umidi o di 2a classe, senza il contatto mutuo
di essi metalli il qual manca appunto nell’esp. 6a (fig. 7.), l’Ottone toccandosi
qui coll’Ottone e lo Stagno collo Stagno, fa ben poco; e che all’opposto il con-
tatto di questi fra loro, il quale ha luogo nella Sper. 5a (fig. 6), fa moltissimo
in paragone.

Pr. 35. Potrei aggiungere in conferma alcune altre sperienze, in cui ottengo
pure dei segni elettrici (sempre coll’ajuto del duplicatore) mercè il contatto
mutuo di due metalli, senza che tocchino altrimenti l’uno l’altro ad alcun
conduttore umido o di 2a classe, ec.. Ma quanto ho riportato fin quì basta per ora.

Pr. 36. Se i due dischi in tutte le descritte sperienze del Duplicatore,
invece di affacciarsi a picciola distanza come si pratica, si facessero fra loro toc-
care, il circolo trovandosi allora congiunto, le azioni, che in virtù dei contatti
mutui sollecitano e forzano il fluido elettrico a passare dall’Argento nell’Ot-
tone, e più ancora dall’Ottone nello Stagno, come abbiam veduto, determine-