444
Così poi ottengo 4, 6, 8, o più gradi, caricando la boccetta con 40, 60, 80,
o più toccamenti e adoperando in tutto la stessa manovra, ec.
§ CIII. Mi è facile del resto calcolare dai gradi di elettricità che ottengo
dalla boccetta caricata con un dato numero di toccamenti del piattello in
questione, o a meglio dire dal Condensatore, in cui passo a scaricarla nel modo
suddetto, a qual grado o frazione di grado arrivava all’incirca in esso piattello
ciascuna volta che sendo stato applicato all’altro piatto comunicante col
suolo ne veniva indi staccato.
A quest’oggetto faccio alcune sperienze preli-
minari, ossia di saggio.
Provo cioè con due piattelli d’argento uno, l’altro di
zinco, piani e puliti sufficientemente, facendoli combaciare a dovere mentre
un solo sta isolato, e a dovere staccandoli, provo a qual segno monta l’elettri-
cità, in esso piattello isolato, quanto cioè, portato a toccare immediatamente
l’elettroscopio di fogliette d’oro le faccia divergere; e trovando per es. che per
adequato, ossia una volta per l’altra gli è di 2 linee, elettricità, ch’io valuto
per 1 grado (§ XCII), cerco quante volte io debba ripetere il giuoco di applicare
detto piattello all’altro comunicante, e levatolo farlo toccare all’uncino della
boccetta, quanti, dico, ve ne vogliano di codesti toccamenti alternati, per ca-
ricarla a segno di poter poi col mezzo del Condensatore far divergere altret-
tanto le fogliette dello stesso elettroscopio, quanti per farle divergere del doppio,
del triplo, ec.; insomma per ottenere 1, 2, 3 gradi, ec.
Supponiamo che convenga
caricare la boccetta con 3 toccamenti per arrivare coll’ajuto del Condensatore
a tanto appunto quanto suol fare il piattello da sè stesso, senza cioè nè boccetta
nè Condensatore, per arrivare a 1 grado; che convenga caricarla con 6 tocca-
menti per produrre un effetto doppio, ossia 2 gradi, con 9 toccamenti per giun-
gere a 3 gr., ec.
Osservato bene ciò, passo a fare le sperienze con altri piattelli
(i quali per la giustezza del calcolo debbono essere di eguale grandezza), con
piattelli, che non danno per avventura da sè soli, ossia esplorati immediata-
mente, segni sensibili di elettricità; e trovando, che caricata con essi l’istessa
boccetta con tale o tal numero di toccamenti mi fa dare tanti o tanti gradi
di elettricità all’istesso condensatore, calcolo, che questa era tante volte più
picciola nel piattello, quanto porta il numero de’ detti toccamenti diviso per 3.
Cosi dunque se i toccamenti con cui venne caricata la boccetta sieno stati
90, ed essa faccia dare al solito condensatore 5 gradi di elettricità (che troppo
forte per avventura per essere misurata dall’elettroscopio a fogliette d’oro,
sarà meglio misurare con quello a paglie) ne dedurrò, che il piattello sortiva
dal combaciamento suo coll’altro piano metallico con una elettricità, circa
30 volte men forte, cioè di 1/6 di grado.
Ciò vuolsi intendere una volta per l’altra,
come già accennai, ossia per adequato; giacchè per il combaciamento, e per
il distacco, che non riescono tutte le volte egualmente bene, avviene che sorta
il medesimo piattello or con più, or con meno di detta forza di elettricità.
§ CIV. La supposizione (§ prec.) che vi vogliano 6, 9, ec. toccamenti del
|