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essi sono; ma non è così facile di assegnare il posto a ciascuno;perchè ve ne
ha che differiscono poco, ed altri pochissimo relativamente alla propria virtù,
come e. g. oro ed argento, ferro e ottone, stagno in fogli e zinco, in guisa che
riman dubbio sovente quale debba preporsi; e molto più perchè diversifica no-
tabilmente la virtù di ciascuno per varie circostanze non sempre assegnabili,
per qualche anche picciola differenza nella lega, per diversità di tempera,
maggiore o minore densità, durezza, polimento ecc., come già ho accennato
(§. ). Parlando del solo stagno, niuno dei pezzi e lamine solide, che ho potuto
procurarmi riesce così bene come i fogli stagnati, i quali soli, e neppur tutti,
(avendovene di men buoni) prevalgono al zinco, che in genere ho riconosciuto
per il più eccellente. Da che dipenda, che sian tanto preferibili i fogli stagnati
ai pezzi o lamine di stagno comune, e che taluni vincano fin anche lo zinco,
nol so: parrebbe che dalla lucentezza e brunimento del metallo; ma che? pa-
recchj di questi fogli egualmente lucidi e bruniti son molto inferiori in virtù.

Non potendo pertanto assegnare il posto giusto e invariabile a ciascun
metallo, e formarne così una scala o serie continua, li ho per ora collocati tutti
in tre soli ordini o ranghi, facendo lo spartimento dove mi si mostrò la diffe-
renza più marcata, e tale da non doversi mai trasportare per le accidentali va-
rietà nessun metallo dal suo rango in un altro così non fia mai, cha salga, non
dirò il zinco, ma neppure lo stagno o il piombo, a’ quali ho assegnato l’ordine
inferiore, sopra il ferro, il rame, od altro di quelli collocati nell’ordine medio,
che cotesti ferro, rame, ottone, ecc. sorpassino l’argento e gli altri, che co-
stituiscono l’ordine superiore. Sebbene tanti ne comprende detto ordine medio
contandovisi varie leghe, semimetalli, piriti, ecc., e tanto s’innalza su verso il
primo, che lungi molto non sono dal confondersi i confini, e talvolta si confon-
dono realmente.