NUOVE OSSERVAZIONI
SULL'ELETTRICITÀ ANIMALE.
COMUNICATE DAL SIG. CAV. D. ALESSANDRO VOLTA.

Non avendo tutta in pronto la terza Memoria sull’Elettricità animale,
voglio frattanto anticipatamente far parte a Voi e al Pubblico di alcune cose,
che ho nuoramente scoperte.

Ho trovato, che il carbone di legna ben cotto, è pur esso eccitatore e
motore di elettricità al pari de’ metalli, e che anzi sta sopra di tutti, e fin so-
pra dell’argento che io aveva posto in cima, di maniera che il più vivo sa-
pore, che mai possa eccitarsi sulla lingua non è più collo stagno e l’argento,
ma collo stagno e il carbone. Così parimenti, è lo stesso carbone superiore
all'argento, all’oro, ed agli altri metalli, molto più trattandosi di eccitare in
vece del sapore sulla lingua, le contrazioni e moti negli altri muscoli.

Sono poi giunto ad eccitare anche la sensazione della luce coll’istesso ar-
tificio delle armature metalliche dissimili, con cui si eccita il sapore. Ecco come
procedo: applico al bulbo dell’occhio l’estremità di una listerella di foglia di
stagno (ottima é la carta stagnata, detta impropriamente carta d’argento); e
pongo in bocca una moneta od un cucchiaio d’argento; indi adduco al contatto
i due capi metallici; ciò basta perchè nell’istante medesimo, e ad ognivolta
che rinnovo un tal contatto, io abbia la sensazione di un chiarore, o lampo
passeggiero, più o men vivo, secondo che stan meglio applicatele due armature
metalliche, e secondo che chiudo a dovere le palpebre, o mi truovo più all’oscuro.
Questa sensazione è sicuramente prodotta dal fluido elettrico, che trascorrendo
dalla parte anteriore dell’occhio, cui sta applicato lo stagno, alla posteriore,
e quindi alle parti della bocca che combaciano l'argento, investe nel suo pas-
saggio la retina, e ulteriormente un più o men lungo tratto del nervo ottico,
e lo stimola. L’esperienza riesce meglio assai, applicando lo stagno ad un occhio,
e l’argento all'altro, invece di porlo in bocca, venendo per tal modo anche le
retine affette. Ma per evitare di far male ad una parte cotanto delicata, quale é