LETTERA SECONDA.

Ho terminata la precedente Lettera, con dire, che conviene stare ai fatti,
ed alle conseguenze immediate dei medesimi senza troppo spingersi avanti,
e abbandonarsi a congetture ed ipotesi che non abbiano tutto il fondamento
in quelli. Prendiamo dunque ad esaminare alcuni dei fatti ossia risultati delle
nuove sperienze, e vediamole conseguenze, che più naturalmente ci si presentano.

È un fatto sperimentale, che applicando l’apice della lingua ad una, lamina
di stagno, o meglio di zinco, oppure intingendola nell’acqua di un bicchiere, in
cui peschi un pezzo di esso zinco, e venendo poscia a toccare questo metallo con
una lastra d’argento impugnata dalla mano ben umida, o meglio stretta ad
ambe mani, l’apice della lingua sente un vivo sapor acido. È fuori di dubbio,
che questa sensazione viene eccitata da una corrente di fluido elettrico, il quale
passa dallo stagno o zinco o immediatamente o per mezzo dell’acqua inter-
posta alla lingua, e vi penetra e trascorre avanti: ciò dico, è fuori di dubbio,
succedendo di sentire il medesimo sapor acido, se detto apice della lingua ten-
gasi applicato al primo Conduttore della Macchina comune elettrizzato in più,
oppure intinto nell'acqua di un vaso annessovi. Un altro fatto ben rimarca-
bile è che invertendo l’esperienza, sicchè l’argento in vece dello zinco baci la
punta della lingua sente questa o niun sapore, o un altro assai diverso dal
primo, un sapor acre, urente, e come alcalino; non altrimenti che portando
la lingua contro il Conduttore a cuscini della Macchina, od altro elettrizzato
in meno: evidente prova, che cotal sapore alcalino, quando pure si eccita col-
l’elettricità in un grado sensibile (il che riesce assai più difficile), proviene dal
fluido elettrico, che sorte dalla punta della lingua. Dunque la lingua e qualsisia
sua parte (ecco una naturale conseguenza), quanto è da , non tende a
ricevere, a dare fluido elettrico; ma ne riceve o per virtù e forza propria
de’ metalli, secondo che è il zinco o l’argento, che le sta applicato, sia immedia-
tamente, sia mediante un corpo d’acqua, od altro corpo bagnato (a) : dunque