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altri valevoli sulle prime a commoverla (il che succede ben presto), tuffava
nell’acqua bollente un capo di tal arco per qualche mezzo minuto, indi trattolo
fuori, e senza dargli tempo di raffreddarsi, ritornava all’esperienza sopra i due
bicchieri d’acqua fresca: ed ecco che la rana a bagno si convelleva; e ciò anche
due, tre, quattro volte, ripetendo la prova; finchè raffreddata per tali immer-
sioni più o men durevoli e ripetute, o per una più lunga esposizione all’aria,
l’estremità del ferro intinta già nell’acqua calda, ritornava codesto arco inetto
del tutto ad eccitare le convulsioni dell’animale. Che se io passava ad arro-
ventare un capo dell’istesso ferro, e a raddolcirne così la tempera, l’altra estre-
mità rimanendo cruda, acquistava il medesimo la proprietà di eccitare le com-
mozioni nella rana sottoposta alla prova, anche dopo raffreddato, e per assai
lungo tempo, fino cioè che l’animaletto non fosse molto indebolito.

Dalle quali sperienze viene dimostrato, che se il calore come tale fa già
qualche cosa; la qualità della tempera fa molto più, ed abilita l’istesso metallo,
cioè le due parti del medesimo diversamente temprate, ad agire nel contatto
dell’acqua o de’ corpi bagnati sopra il fluido elettrico diversamente, ossia con
inegual forza; come se fossero due diversi metalli.

Ho ripetute le stesse sperienze sopra lamine d’ottone, d’argento, e di
stagno; e coll’istesso evento. Se non che i gradi di tempera essendo più marcati,
ed avendo maggior estensione nel ferro, che in questi altri metalli, le differenze
nell’azione elettrica da ciò dipendenti riescono in quello anche più notabili e
insigni: talchè si può avere maggior effetto contrapponendo nelle sperienze di
cui si tratta ferro a ferro di diversa tempera, di quello si ottenga con due
metalli di qualità diversa, poco distanti però in ordine al lor potere elettrico,
come sarebbe oro ed argento, rame e ottone, ottone e ferro, piombo e stagno
in lastra. Che più? Mi sono incontrato in qualche lamina di ferro, i di cui
estremi tal differenza di azione presentano, dipendente non SO se dalla sola
tempera o da altro, che maggiore non manifestasi tra metalli distanti di più
gradi, come piombo ed argento; tantochè giungono al par di questi, non che
ad eccitare vivissime contrazioni e spasmi ne’ muscoli della rana, anche in-
tera e intatta, o al più scorticata; ma fino a produrre, applicati come con-
viene alla lingua, il sapor acido abbastanza sensibile.

Riguardo al polimento e lucido metallico ho trovato, che quando due
pezzi dell’istessa lamina di piombo, applicati uno al dorso, l’altro alle gambe
della rana preparata nella miglior maniera (che è quella di non lasciare per co-
municazione del tronco con esse gambe altro che i nudi nervi crurali), non val-
gono ad eccitare alcun moto o contrazione de’ muscoli, basta raschiare uno di
tai pezzi di piombo col temperino in guisa, che lucido appaja come specchio,
ed applicarlo di nuovo con tal superficie forbita e splendente al luogo di prima,
per produrre l’effetto: la quale virtù così acquistata torna a perdersi in più
o men breve tempo, collo smarrire che fa il metallo in contatto dell’aria tal