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quando alla sua punta si applicano insieme i bordi di due lamine, una di piombo,
l’altra d’argento, congiunte appunto bordo a bordo. Questa sperienza riferita
da SULZER, son più di 25 anni (c) , mi era affatto sconosciuta, e ne deggio la
notizia a V. S. Ill., che nella sua Dissertazione ne fa menzione al § 21 recando il
passo dell’Autore quasi per intiero. Or questo amabile Filosofo Svizzero e ce-
lebre Accademico di Berlino, che ho avuto la sorte di conoscere e trattare ami-
chevolmente negli ultimi anni della sua vita, tutt’altra idea si era fatta in
quelle sue metafisiche e fisiologiche speculazioni, e tutt’altra spiegazione
volle darci del fenomeno, come apertamente si rileva dal suo passo intiero (d) ;
e non ebbe neppur sospetto, che ne fosse cagione il fluido elettrico mosso pel
contatto di que’ metalli dissimili, e trascorrente dai punti della lingua comba-
ciati dall’uno ai punti combaciati dall’altro, come io ho scoperto e dimostrato.
Altronde quella sola sperienza che si conobbe prima delle mie scoperte, e fatta
in quella sola maniera, giacchè non si truova che fosse mai variata, è una delle
cento che io fo in altrettanti modi diversi: da quella pure ho cominciato,
come sembra che Ella supponga; mentre anzi fu delle ultime, a cui giunsi per
una serie di altre molte suggeritemi mano mano dall’applicazione de’ miei
principj.

§ 5. Cominciai dunque dall’adattare un largo pezzo di foglietta di stagno
alla punta della lingua, e più indietro sul dorso della medesima, e vicino alla sua
radice una moneta d’argento: qualiarmature metalliche facendo poi comunicare
per mezzo di un arco di fil d’ottone, od altro metallo qualunque, eccitavasi tosto
sulla punta della lingua il sapore acido assai vivo. Fu questa la prima scoperta,
a cui aggiunsi tosto l’altra del sapore affatto diverso, cioè acre, urente, e se non
decisamente alcalino, tirante all’alcalino, che si sente (più difficilmente però, es-
sendo d’ordinario assai più debole, e sovente impercettibile) quando si fa l’espe-
rienza inversamente, con applicare cioè alla punta della lingua l’argento, e lo
stagno al dorso, o ad altra parte della medesima (e) . Ora riflettendo, che quel
filo d’ottone, od altro intermedio metallo, ch'io impiegava a modo d’arco con-