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che più vengono commossi. Del resto anche negli altri muscoli tutti, o quasi
tutti, si osservano tremori, palpiti, convulsioni spasmodiche, se la rana è molto
vivace, se la si è snudata della pelle, e se l’armatura di foglietta di stagno sta
bene applicata al luogo della spina dorsale e tutt’al lungo della medesima,
di essendo che diramansi tanti nervi a tutte le parti. Che se poi concorra
ogni circostanza a determinar l’azione sopra un tal membro, sopra tali mu-
scoli, se la lastra d’argento trovisi in contatto o prossima a quegli stessi mu-
scoli, che ricevono più nervi e più davvicino dalla parte del corpo, cui sta
incollata la foglietta di stagno, se tal veste essendo sovrapposta es. gr. ai
lombi, ove trovansi i nervi crurali, la moneta o il cucchiajo d’argento stia
sopra o sotto le coscie o le gambe, tutto allora cospirando a produrre l’effetto
maggiore, si avranno le più strepitose convulsioni, de’ guizzi e salti prodigiosi
di coteste gambe: così se sia una armatura applicata sopra la spina dorsale e
l’altra sotto al ventre, entrerà, questo e i fianchi nelle maggiori convulsioni
spasmodiche, e così i muscoli del petto, le zampe davanti, se contigua o
prossima abbiano una delle armature, ecc. Fa poi stupore il vedere come la
stessa spina dorsale s’incurva ripiegandosi indietro, e si tende, e il collo an-
ch’esso.

§ 85. Si può già comprendere da quello, che son venuto accennando, in
quante maniere ho variate queste sperienze; ma si comprenderà ancor meglio
se dirò, che ho fatto delle prove ancora con diversi pezzi di foglietta di stagno
applicati a un tempo stesso a varie parti del corpo della rana, e fra loro divisi
da più, o men grande intervallo; formanti così altrettante distinte armature tutte
eguali, e dell’istesso metallo, ponendo poi l’altra armatura di diverso metallo,
cioè la moneta, il cucchiajo, od altra lastra d’argento, in contatto or d’una,
or d’altra parte del lato nudo dell’animale, e provando tutte le combinazioni
dei toccamenti, quando immediati tra questa armatura d’argento e l’una o
l’altra di quelle di stagno, quando mediante un terzo metallo che facesse officio
d’arco conduttore. Applicava talvolta cinque o sei pezzi di foglietta di stagno,
uno sulla testa, sul collo l’altro, il terzo sulle spalle, sul mezzo della schiena il
quarto, il quinto sopra l’osso sacro, e il sesto su di una coscia; e posta la moneta
o la coda del cucchiajo d’argento, in prima sotto la mascella e la gola, ed appli-
cato ad essa moneta o cucchiajo un capo di fil metallico, ne portava l’altro
capo una, due, tre volte in contatto di ciascuna di quelle vesti separate o scu-
detti di foglia di stagno, per vedere quali fossero i muscoli, che più si contrae-
vano in ciascuna prova: poi faceva passare la moneta sotto il petto, e ripetea
gl’istessi toccamenti, cioè sopra tutte le cinque o sei vesti od armature sud-
dette, facendo le stesse osservazioni: indi ancora da capo avanzata la moneta
sotto il ventre; poi sotto l’una; poi sotto l’altra coscia; e infine sotto i piedi:
da ultimo ripigliava tutti i cinque o sei toccamenti, posata la rana sul suo ven-
tre; con testa e gambe distese tutt’al lungo di un piatto, o lastra d’argento.