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pedi ed uccelli, che ho potuto fino ad ora cimentare: con questi non mi è riu-
scita l’esperienza lasciando del tutto intatti i loro integumenti; ma ho dovuto
levarne via qualche parte, almeno in quei siti, a cui volea applicare le armature.
Sembra pertanto che la grossezza di tali integumenti, e la poca loro conducibilità
intervenendovi massimamente la pinguedine, sia d’impedimento a quel celere
e libero trasporto di fluido elettrico, che richiedesi per far impressione sui nervi,
e stimolarli a segno, ch’essi poi suscitino le contrazioni de’ muscoli; e che perciò
manchino cotesti moti finchè detti integumenti son frapposti ad essi muscoli,
e alle rispettive armature. Convien dunque levarli intieramente o in massima
parte, ne’ luoghi destinati per queste: convien che s’applichino le superficie
metalliche ai nudi muscoli, ossia alla viva carne.

§ 76. La maniera da me praticata, che corrispose meglio, fu d’incidere
la pelle agli uccelli e quadrupedi (t) tutt’al lungo della schiena, e rovesciarla
indietro dai lati, e di vestir indi la nuda carne colla solita foglietta di stagno:
d’incidere similmente e snudare qualche altro muscolo, es. gr. di una gamba,
ed applicarvi una moneta od altra lastra d’argento. Ciò fatto non è più bisogno
d’altro, per veder nascere le valide contrazioni, i moti e sbalzi di quella gamba,
se non di fare che comunichino una coll’altra tali armature metalliche, o imme-
diatamente venendo ad un mutuo contatto, o per mezzo di un terzo metallo.

§ 77. Anche le salamandre e le lucertole mi è convenuto quasi sempre
scorticarle, in tutto o in parte: senza di che, con tutte le migliori armature,
o mancava l’effetto delle convulsioni, od erano poco rimarcabili.

§ 78. Per le rane, sebbene scorticate diano in più forti convulsioni, e assai
più facilmente, si può anche averne l’effetto, come già ho dichiarato (§ 75),
lasciandole con tutta la pelle (la quale è sottilissima e umida, e veste immedia-
tamente i muscoli più umidi ancora) intiera e intatta, se la foglietta di stagno
soprattutto è ben applicata, e coll’altra armatura, es. gr. la moneta d’argento,
applicata dove si sia, si prema alquanto contro la parte. Lo stesso è presso a
poco anche delle biscie, almeno del serpente chiamato volgarmente Smiroldo ,
uno de' quali molto grande ho avuto occasione di assoggettare alle prove.

§ 79. I pesci anch’essi, su cui ho fatte simili sperienze, han corrisposto così
colla pelle intiera indosso; raschiate le squame han dato qualche maggior segno;
ma levata loro la pelle non mi sembrò che acquistassero maggior attitudine
ad essere scossi; che anzi le anguille mi è parso, che diventino meno suscetti-
bili: le anguille dico, che vestite di tutta la loro pelle se si muniscano delle con-
venienti armature metalliche (intendasi sempre dissimili , come si è spiegato)
(§ 72), massime vicino alla coda, si contorcono e guizzano a meraviglia, al
momento che si stabilisce la comunicazione tra dette armature.