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più addentro colla punta fu improvvisamente colpito da una fortissima com-
mozione nelle braccia e nel petto, di cui si risenti per più d’un giorno.

§ 14. Un tal fenomeno sorprendentissimo certo direbbe molto per l’elet-
tricità animale, se non essendo riuscita l’esperienza che una sol volta, non la-
sciasse molto dubbio intorno all’evento, e alla sua causa. Or dunque tralascio
tutte queste sperienze o incerte o equivoche, sulle quali non si può fare gran
fondo, cui però mi basta di aver accennate così di volo; e passo a dir qualche
cosa di più particolare d’ una, che a me pure, avendola più volte ripetuta,
ha fatto molta specie, e mi è sembrata provar qualche cosa. Questa sperienza
vien riferita, ma oscuramente (per qualche, cred’io, riguardo di pudore) in
certe Tesi latine stampate due anni sono dal già lodato Ab. VASSALLI Profes-
sore di Filosofia in Tortona (g) , il quale poi da me richiesto ebbe la bontà di
darmene piena contezza; e d’allora è, che la ripetei, or con successo, ed ora
(per qual cagione nol so) senza successo.

§ 15. Consiste questa sperienza nel ricevere l’orina, all’atto che si getta
in un bacino metallico isolato; con che se ne hanno segni, tanto deboli,
anzi talvolta discretamente forti di elettricità negativa , a segno cioè di far di-
vergere i pendolini di un elettrometro di CAVALLO, otto, dieci, e più linee. Pensai,
è vero, sulle prime, che potesse nascere tal elettricità, dallo sparpagliamento
delle goccie, in quella maniera che una simile elettricità negativa si produce
nelle cascate d’acqua, giusta la bella scoperta del Fisico TRALLES, ed anche ne’
getti delle fontane artificiali, come ho io verificato (sia che venga eccitata
cotal elettricità dallo sfregamento delle gocciole e de’ vapori fra loro e coll’aria,
come opinava da principio il Sig. TRALLES medesimo; sia che nasca dall’evapo-
razione di coteste gocciole che formano la minutissima spruzzaglia qual fumo,
o nebbia, dalla trasformazione vuò dire, che esse gocciole subiscono in vapor
elastico, come è assai più probabile, ed ho spiegato diffusamente nelle mie
Lettere sulla meteorologia elettrica (h) , e l’autore medesimo, abbandonata quella
sua prima opinione, ne convenne finalmente meco): pensai, dico, da principio,
che venisse prodotta come che sia dallo sparpagliamento delle goccie, e dal
fumo e vapori esalanti dal getto d’orina, l’elettricità negativa che in lei talora
manifestavasi, ossia nel vaso che l’accogliea. Ma un gettopicciolo, qual fa
l’orina sortendo dal corpo, e la pochissima spruzzaglia che ne viene, il poco
fumo e vapori, difficilmente io m’induceva a credere che bastar potessero a
produrre un’elettricità cotantosensibile. Molto più poi accrebbero i miei
dubbi le prove che ho fatte di spingere la stessa orina calda fuori da una
grande sciringa, in copia, e con impeto maggiore di quello avvenga allorchè
si spande naturalmente: colle quali prove varie volte ripetute, e in più modi,