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a tralasciare per adesso molte particolarità, e a ridurre la somma a ciò che
credo di potere stabilire, che per quattro gradi, ossia stati ben distinti si passi
dalla morte apparente alla morte perfetta: i quali gradi di morte, o a meglio
dire stadj, hanno ciascuno una grande estensione.

§ 38. Così è: le mie osservazioni mi hanno insegnato a distinguere quattro
gradi o stadj di morte, ciascuno ben contrassegnato e molto esteso. Il primo
de' quali è l' asfissia , o morte apparente, l’ultimo, ossia il quarto, è quella che
chiamo morte plenaria , e confina colla putrefazione. Gli altri due stadi, cioè
il secondo e il terzo, presentano per lungo tratto diversi gradi di superstite vi-
talità, eil secondo tale vitalità, che eccitansi i moti muscolari prima viva-
cissimi, poi mano mano degradanti in forza, col solo apporre le convenienti
armature metalliche, e farle comunicare, e però in vigore della propria elettricità
animale ancor sussistente ne' membri anche recisi: spenta la quale elet-
tricità propria e innata, o resa insensibile, entriamo allora nel terzo grado di
morte, in cui si risentono pur anco i muscoli, e giuocano all’ordinario, eccitan-
doli però coll'elettricità artificiale, di cui basta ancora sul principio un grado
debolissimo; indi vuol essere più e più forte, fino a che non vale a commo-
verli neppure la scarica fulminante di un boccia di Leyden; e allora è che
son morti in quarto grado.

§ 39. Mi diffonderei troppo, se volessi più particolarmente spiegare e in
che si distinguano propriamente uno dall'altro questi stati, e come sia ciascuno
riconoscibile, e quanto abbiavi di speranza di richiamare un animale dal se-
condo ed anche dal terzo in vita coi soccorsi conosciuti, o concepir se ne possa
con nuovi mezzi da tentarsi; onde mi riservo ad esporre e sviluppare su tutte
queste cose i miei pensamenti nelle susseguenti Memorie, che pubblicherò.
Dirò qui solo, che siffatti progressi nellacarriera della morte sono più lenti
di quel che si pensa, e che ogni stadio distinto e marcato avendo, come accennai,
una assai grande estensione di gradi, si protrae d’ordinario a lungo tempo, non
però in ogni caso egualmente: nel che molte cause influir possono.

§ 40. E in primo luogo gran differenza porta la diversa natura degli Ani-
mali, massimamente rapporto all’essere di sangue caldo o di sangue freddo;
giacchè negli animali di questa classe suol essere assai più tenace la vita.
Appresso anche nell’istessa classe egenere di animali vi hanno delle specie
dotate di maggior vitalità, che altre: e nella stessa specie poi variano ancora
gli individui secondo l’età, la costituzione, le forze.

§ 41. Ma quello, cheinfluisce più di tutto alla maggiore o minor durazione
di ciascun stadio, si è il genere di morte, che vien a soffrire l’animale, cioè la
causa che a perir lo conduce, e sopratutto se ve lo conduca rapidamente, o
poco a poco.

§ 42. Or intorno a ciò ho fatte già molte sperienze, e molte più mi propongo
di farne: ho esaminate cioè, relativamente al vigore e durevolezza di ciascun