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§ 34. Ho detto, che l’elettricità naturale, indicando uno sbilancio di fluido
tra il nervo e il muscolo corrispondente, o tra l’interiore e l’esteriore di questo,
ci rappresenta come una specie di boccetta di Leyden debolmente carica, e
che pare almeno che debba considerarsi come tale. Come tale infatti l’ha con-
siderata il Sig. GALVANI, e con esso lui noi pure al principio. Ma ora molte nuove
sperienze, parte delle quali accennerò prima di finire, ci muovono a riguardar
la cosa or sotto uno, or sotto un altro aspetto, tutti scostantisi più o meno
dalla parità della boccia di Leyden: di alcune delle quali nuove idee darò pure
tra poco un cenno, riservandomi a svilupparle, e a riformarle fors’anche in
altro scritto, secondo che ulteriori sperienze, e nuovi risultati me ne mostre-
ranno il bisogno.

§ 35. Checchè ne sia, che si sostenga o no la parità della boccia di Leyden,
verificato il fatto, come lo è per moltissime prove da me istituite a quest’og-
getto, e variate in più maniere, cioè che molto minor forza elettrica sia richiesta
ad eccitare le convulsioni e moti ne’ muscoli, ove inducasi la corrente del fluido
per la via de’ nervi all’interno de’ muscoli medesimi, che ove si tiri dai nervi
per portarlo all’esteriore di essi muscoli, sussisterà sempre una differenza mar-
cata nello stato elettrico del nervo relativamente al muscolo, o dell’interno
di questo relativamente alla sua esterior faccia; il quale stato o disposizione,
qual essa sia, fa che il nervo, o l’interiore del muscolo appetisca in certo modo,
ed inviti il fluido elettrico ad entrarvi, mentre l’esteriore del muscolo medesimo
tende a cacciarne fuora: con ciò solamente s’intende come cospirando ambedue
le parti a provocare la scarica di un conduttore o di una boccetta, quando s’ap-
plica l’elettricità positiva ai nervi e la negativa ai muscoli, basti di una carica
molto minore, che nel senso opposto, essendovi in quest’ultimo caso, anzichè
invito, doppia opposizione dalla parte del nervo, che vuol piuttosto ricevere
che dare, e da quella dell’esteriore del muscolo, che vuol piuttosto dare che
ricevere.

§ 36. Or se col ministero del fluido elettrico operansi, anche nell’animale
vivo ed intiero le contrazioni e moti volontari de’ muscoli, come tutto ne porta
a credere, e se, come dee pure presumersi, operansi questi nel modo più facile,
si farà ciò collo spingere giù dal cerebro pe’ nervi il detto fluido verso i muscoli,
bastando allora una minima forza, anzicchè col tirarlo in , sebbene possano
anche in questo modo effettuarsi i medesimi moti, sol che s’impieghi maggiore
forza, cioè determinisi una corrente più rapida o più copiosa di fluido elet-
trico. Ma di questo non più per ora.

§ 37. Passiamo invece ad altre osservazioni non meno interessanti che
curiose. Il gran numero di prove che ho fatte, sopra le rane principalmente,
mutilate e tagliate mentre vive, o dopo morte, edopo ore e giorni, mi hanno
porta l’occasione di molte osservazioni e riflessi sopra la vitalità , lasciatemi
dir così, elettrica di questi e degli altri animali. Il tempo, che stringe, mi obbliga