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tanto vi rassomigliano, l’impediscono cioè i piccolissimi intervalli fra anello
ed anello, o qualche patina che li ricopre e toglie l’immediato contatto me-
tallico.

§ XXXV. Quindi anche i conduttori imperfetti, come l’aria diradata
eziandio al sommo, il vetro rovente, e la fiamma stessa (la quale non è già
un buon conduttore, siccome si è veduto), i legni, le pelli, ed altri corpi non molto
umidi, se non impediscono del tutto, difficultano almeno e ritardano tale sca-
rica, tanto che non si ha una scossa sensibile. Cosi è; l’interposizione ai migliori
conduttori di una fiamma viva, anche per una sola mezza linea, toglie di sen-
tire la scossa, sia da una grande boccia o batteria elettrica, sia dal mio appa-
rato elettro-motore, ne’ quali la tensione arrivi a pochi gradi solamente del-
l’elettrometro a pagliette (f) comunque lasci tragittare essa fiamma, ma len-
tamente, il fluido elettrico tantochè con un poco più di tempo si accumula
nel condensatore in quantità sufficiente, per dar indi i soliti segni all’elettro-
metro, come ho più volte sperimentato.

§ XXXVI. Ed ecco così spiegata naturalmente la cosa: ecco tolta l’ob-
bjezione che la fiamma, ottimo conduttore dell’elettricità, qual si pretendea
(ma che tale poi non è), pur non lo sia, o sembri non esserlo, dell’agente gal-
vanico: ecco infine dimostrato, che tutto procede del pari per le boccie o bat-
terie elettriche, e per il nuovo mio Apparato elettro-motore.

§ XXXVII. Così non dee più far meraviglia che una carta sottilissima
interposta ad ottimi conduttori, la pelle asciutta del nostro corpo, e fin l’epi-
dermide delle foglie verdi, bastino ad impedire la scossa che dovrebbe dare,
o il detto Apparato, o la batteria elettrica, e che danno poi ove tal carta, o pelle,
trovinsi umettate a dovere. Non dee insomma far meraviglia, che cariche co-
tanto deboli non possano vincere la più picciola coibenza, e che i conduttori
di lor natura molto imperfetti, o trattengano o ritardino assai il corso al fluido
elettrico spinto con forza troppo debole, qual è quella che manifestasi con
1 grado o 2 di tensione.

§ XXXVIII. Ma nasce qui invece un’altra difficoltà. E come mai, dirassi,
può una carica elettrica cotanto debole, e la di cui scarica non succede alla
minima distanza visibile ma solo può elicersi coll’addurre degl’ottimi condut-
tori al contatto, o quasi a contatto, come può tal meschinissima carica ecci-
tarepotente scossa? Questa difficoltà, comune parimenti alle grandi boccie