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cioè 1/60 di grado di El. per eccesso (El. +) il zinco, di El. per difetto (El. -)
l’argento, stando a tal mutuo contatto applicati, e finchè ci stanno; e a tanto
di tensione possono quindi portarla in altri conduttori, o recipienti, cui si
faccia comunicare questo o quello di tai metalli accoppiati, mentre l’altro
comunica liberamente col suolo, condizione affatto necessariaV, XVI
e segg.).

§ XXXI. Questo principio è il fondamento di tutto. Al quale se si ag-
giunge la supposizione, già non più supposizione, ma verità di fatto, che ad
ognuno di tali contatti de' due metalli, riceve il fluido una tale e tanta spinta,
che questi impulsi cioè si ripetono per ciascheduna di tali coppie metalliche
poste in serie, e perseverano costantemente durando i contatti, come le spe-
rienze han dimostrato (§ XX e segg.) niente più manca per la spiegazione di
tutti i fenomeni, che presenta il mio apparato.

§ XXXII. Si spiega particolarmente per tal azione continuata indeficiente
come non solamente un condensatore, ma una boccia di Leyden picciola o
grande che sia, ed anche grandissima, e fino una capacissima batteria elettrica,
si carichino da un tal apparato in pochi istanti alla medesima tensione di questo,
cioè ad 1 grado circa del mio elettrometro a paglie sottili, ove esso apparato
sia composto di circa 60 coppie di zinco e argento, o zinco e rame; a 2 gradi
ove sia composto di 120 coppie ec.; giacchè l’apparato colla sua perseverante
azione continua a comunicare l’elettricità ad essa boccia o batteria, a infon-
dervi cioè via via fluido elettrico se le tocca coll’estremità sua che ne ridonda,
semprechè l’altra estremità che ne scarseggia possa mediante le necessarie
comunicazioni risarcirsi quanto bisogna; o viceversa continua a sottrarne,
se con questa estremità negativamente elettrizzata le tocca, mentre l’altra
gode di opportuno sfogo, ossia comunica a capace recipiente, in cui versare
il fluido accumulato; continua, dico esso apparato elettromotore a comunicare
la sua elettricità positiva o negativa a qualsisia recipiente, al condensatore,
alla boccia, alla batteria, fino a che la carica vi sia portata ad una tensione
equilibrata colla sua, finchè cioè la reazione sia eguale all’azione: locchè si
compie in pochissimi istanti; rigorosamente però in tempo più lungo a misura
che la capacità della boccia, o delle boccie riunite, che ricevono tal elettricità
è più grande.

§ XXXIII. Or una boccia di vetro molto sottile, che abbia circa un piede
quadrato di armatura, caricata ad 1 o 2 gradi del detto elettrometro a paglie
sottilissime, che ne faccia cioè divergere le punta 1/2, od 1 linea può già dare