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o batterie, agli amplissimi conduttori, e ai miei nuovi apparati elettro-motori,
mi propongo ora qui di togliere in un modo, che dovrà soddisfare chiunque
voglia meco ben ponderare le cose, che vado ad esporre. Ma prima mi giova
far osservare, che una tal difficoltà non milita dunque contro l’identità del
fluido elettrico e del galvanico, ossia di quello che è messo in giuoco de’ detti
miei apparati; giacchè è comune e a questi, ed alle grandi boccie o batterie;
e che ho quindi avuto ragione di dire nel primo annunzio che diedi di tali
apparati alla Società Reale di Londra nel mese di Marzo del 1800, che le
scosse prodotte da’ medesimi sono simili, dell’istessa natura e polso di quelle
delle grandi batterie elettriche debolissimamente cariche, supplendo, come in
queste, così e meglio ancora in quelli, alla poca intensità, onde è spinto il
fluido elettrico, la grandissima quantità del medesimo, che passa in una cor-
rente continua per molti istanti successivi.

§ XXXIX. Si è creduto di spiegare sufficientemente come e perchè una
batteria, od una boccia di Leyden di gran capacità, caricata a un grado debo-
lissimo produce una forte scossa, quale non è prodotta da una picciola boccia
caricata al medesimo grado, si è creduto di spiegar ciò in una maniera soddi-
sfacente col dire semplicemente, che gli è perchè la capace boccia o batteria
scarica in un istante una più grande quantità di fluido elettrico che la boccetta,
e precisamente una copia tanto più grande, quanto ella ha più di capacità.
Ma non si è fatto attenzione che questo termine in un istante non è rigorosa-
mente giusto, che egli è anzi assolutamente falso, se si intende un momento
indivisibile. Egli vi abbisogna sempre di un tempo finito per una scarica qua-
lunque: che è quanto dire, essa deve durare un certo tempo: quantunque
questo tempo possa essere, e sia infatti per le scariche ancora delle più grandi
boccie o batterie, brevissimo, e tale che difficilmente potremmo noi misurarlo,
tale insomma, che ci sembra un istante. Or questo tempo, questa durata della
scarica debbe tirare più in lungo a carica eguale (al medesimo grado cioè del-
l’elettrometro) per una grande che per una piccola boccia, e tanto appunto
più in lungo, quanto la capacità dell’una, e quindi la quantità di fluido elet-
trico che forma una tal carica, supera la capacità dell’altra; giacchè a carica
eguale la tensione elettrica, e per conseguenza la velocità con cui il fluido elet-
trico viene spinto, e deve scorrere scaricandosi, è la medesima. Per tal modo,
supponendo che la capacità sia 10 volte più grande, siccome ha bisognato in
questo caso 10 volte più di fluido elettrico per portarvi la carica al dato grado,
così parimenti vi bisognerà 10 volte più di tempo acciò la scarica di tutto
questo fluido si compia colla tensione e velocità data. Così è: per l’istessa ra-
gione che vi va 10 volte più di tempo circa a caricare questa boccia, che ha
10 volte più di capacità, a caricarla, dico, a un dato grado, con una macchina
elettrica di un attività data e costante, di quello ci vada a caricare una boccetta,
la quale non abbia che 1 di capacità; ci andrà pure 10 volte più di tempo
per compirne la scarica, che fassi con una tensione data.