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pelle, ecc. larga anche parecchie linee, per nulla dire de’ corpi meno umidi
e corrispondentemente meno deferenti.

Pr. 37. Facciansi delle prove anche con una macchina elettrica ordinaria.
Comunichi il primo Conduttore ad un filo d’acqua largo di qualche linea sola-
mente, ad una cordicella o striscia di pelle o di cartone bagnate, i quali condut-
tori umidi non abbastanza ampj mettan capo o ad altro conduttore metallico
comunicante ampiamente col suolo, od anche agli strofinatori della stessa
macchina. Posta questa in azione in guisa che fornisca abbondante continua
copia di fluido elettrico a quel primo Conduttore, passerà esso fluido, in con-
tinua corrente per tali conduttori umidi, non però del tutto liberamente sicchè
non ne rimanga indietro sempre alcun poco in quel primo Conduttore; il
quale darà segno di questo fluido rattenuto con una corrispondente tensione
di elettricità per eccesso (El. +), se non marcabile a dirittura dall’elettro-
metro, tale che potrà rendersi sensibile al Condensatore. Che se la comuni-
cazione del primo conduttore col suolo, o cogli strofinatori sia ancora più
scarsa, o più imperfetta, se il filo d’acqua, o la listerella umida siano più e più
anguste, o questa trovisi meno inzuppata! oppure se manchino, e il Conduttore
comunichi semplicemente con un tavolo di legno, o simile altro non soverchia-
mente umido, la tensione elettrica sussistente in esso primo Conduttore sarà
maggiore, e potrà anche aversene segni all’elettrometro senza l’ajuto del Con-
densatore. Al contrario se comunichi con larga estensione d’acqua, o di corpi
ben intrisi, fino al suolo anch’esso sufficientemente umido, non darà più segno
alcuno neppure col Condensatore. Così dunque a dar libero e pieno transito
ad una corrente elettrica alquanto copiosa e continuata, ove basterebbe un
sottilissimo filo metallico, vi vogliono, dirò così infiniti fili dei conduttori
umidi in ragione che sono essi incomparabilmente meno deferenti, vi vuole
che questi suppliscano con altrettanto più ampie e spaziose vie per le quali
possa estendersi a suo bell’agio detta corrente e incontrare così niuna o
quasi niuna resistenza.

Pr. 38. Provano lo stesso alcune altre sperienze colle boccie di Leyden.
Si sa da un pezzo che da queste caricate convenientemente ottiensi una piena
e si può quasi dire istantanea scarica, atta a produrre forte scossa, ecc. quan-
d’anche la corrente elettrica debba passare per un lungo tratto di filo metallico
sottilissimo; e non si ottiene all’incontro che parziale, e stentata, poco o nulla
scuotente, ove si traduca per un filo o cilindretto d’acqua della grossezza di
qualche linea, e lungo alcuni pollici, per una sottil cordicella, o listerella di
carta bagnata, ecc. e peggio poi per corpi meno umidi, e quindi meno defe-
renti: oltre che si riesce poi ad ottenerla di nuovo scuotente e mano mano più
forte, se quel cilindro o striscie d’acqua, o questi altri corpi ben intrisi invece
di qualche linea, sien larghi mezzo pollice, un pollice, e più, troppo lunghi.

Pr. 39. Ma ecco un’altra sperienza che meglio ancora schiarirà la cosa.