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duttore, e quanto si attacca più fortemente e si serra dirò così, addosso a
que’ metalli; il che fanno più o meno tutti i sali, e massime quelli con eccesso
di acido o gli acidi stessi, che intaccano essi metalli e singolarmente il zinco.

Pr. 43. Egli è per ambedue queste ragioni dell’essere cioè per stessi
assai più buoni conduttori dell’acqua schietta, e per il combaciar meglio
e più strettamente serrarsi loro addosso che fanno i metalli cui si applicano,
col morderli perfino, che riescono così bene e meglio dell’acqua pregna di
sal comune, od altri sali neutri, le soluzioni d’allume, di sal ammoniaco, di
terra fogliata, l’acqua salata di tartaro (acetito di potassa), l’aceto stesso,
ed altri acidi più o meno diluti ecc. Del resto nulla o ben poco contribuiscono
essi alle forze che spingono il fluido elettrico da un capo all’altro della co-
lonna delle coppie metalliche, e le quali forze nascono propriamente dai con-
tatti de’ due metalli diversi in ciascuna coppia, nulla o ben poco aggiungono
dal canto loro a queste forze, già ne accrescono come tante volte s’è detto
la somma almeno considerabilmente comportandosi o come semplici condut-
tori passivi, o seppur attivi anch’essi (il che può accadere anche in direzione
contraria) in così picciol grado, che niente o quasi niente rileva.

Tutto il vantaggio dunque si riduce a che stabiliscono questi una assai
migliore comunicazione che non l’acqua semplice, per cui molto meno impe-
dita o ritardata ne viene la corrente elettrica; la quale però sempre dee soffrir
qualche freno, non essendo mai perfetti tali conduttori, abbastanza larghi,
e più che non ne soffra nel passaggio da uno in altro metallo, i quali si toc-
chino anche solo per pochi punti. Una prova di quanto ho avanzato, cioè,
che i liquori salini non accrescono propriamente la forza o tensione elettrica
nell’apparato, ma soltanto frenano meno, ossia meno ritardano la corrente
indi mossa, onde poi si ottiene facendola passare per le braccia, ecc. una
commozione tanto più forte: una prova dico ben dimostrativa la ho dal ve-
dere, che i segni all’Elettrometro sono i medesimi, siano i bollettini intrisi di
acqua semplice, o di qualsivoglia umore salino: sono portati cioè egualmente
in ambedue i casi a 40 o 60 gradi dal Condensatore che si faccia comuni-
care ad una colonna di 20 coppie metalliche, quantunque in un caso possa
ottenere una bella e buona scossa e nell’altro appena sensibile.

Pr. 44. Ristringendo tutto quello che siam venuti mostrando dal Pr. 31
fin qui. Un conduttore perfetto, un arco metallico qualunque, sia anche un
sottil filo, il quale tocchi immediatamente con un capo al piede, e coll’altro
alla testa della nostra colonna, dando facile e libero passaggio al fluido elet-
trico (incitato e mosso dai mutui contatti de’ metalli diversi ond’è formata
tal colonna, e tendente a sortire da una estremità della medesima, e a rientrare
nell’altra), lasciandolo scorrere cotesto fluido in tutta quella quantità, e colla
celerità che vuole, dall’uno all’altro capo, viene ad alleggerirli e sollevarli
intieramente cotesti capi od estremità della colonna, a liberarli da ogni ten-