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§ VIII. Riguardo alla sperienza 1aV), essendo l’argento, che si rivolge
verso cotesto piatto di rame, e che gli si fa toccare, non è punto necessaria
l’interposizione del cartone bagnato, o d’altro conduttore umido, e riesce di
poco o niun vantaggio, per la ragione suddetta (§ prec.), che vi è poca diffe-
renza rapporto alla virtù elettrica fra il rame e l’argento, ossia che picciola
azione esercitano un sull’altro nel mutuo contatto, pochissimo insomma viene
spinto il fluido elettrico dall’argento nel rame, e quindi rimane presso a poco
intiera niente quasi contrariata l’azione, che si esercita nel contatto dell’ar-
gento collo zinco a quel luogo, dove le due lastrette az stanno unite, l’azione,
dico, che con forza assai prevalente spinge esso fluido elettrico dalla prima
nella seconda di tali lastrette, onde poi quella impoverita ne prende dal piatto
collettore per rifarsi, tantochè questo giunge a manifestare i 3 gradi circa di
El. -(§ V).

§ IX. Tengo io dunque per sicuro che nelle riferite sperienze, ed altre
analoghe, l’azione sul fluido elettrico si eserciti nel mutuo contatto di metalli
diversi; e non, come altri ha creduto, e credono pur ancora, nel contatto di
questo o quel metallo con questo o quel conduttore umido. Il confronto della
1a sperienzaV) colla 2a (§ VI), l’osservarsi cioè che l’elettricità monta egual-
mente in ambedue coll’ajuto del condensatore ai 3 gradi circa, egualmente,
dico, o quasi egualmente, vi sia o non vi sia di mezzo il corpo umido, lo indica
già abbastanza. Pure potrebbesi ancora sospettare che l’azione elettrica avesse
luogo nel contatto della lastretta a o z colle dita che la reggono, o con altro
conduttore umido, che in tali sperienze volesse sostituirsi alle dita.

§ X. Convien dunque per non lasciar luogo a tale obbiezione ripetere
le sperienze in modo, che la mano, alcun altro corpo umido tocchi
l’una, l’altra delle lastre di diverso metallo, che in somma non vi abbiano
che contatti metallici: alle quali sperienze procedo in più modi; e in primo
luogo attenendomi alle due lastre congiunte az, come qui sopra, ottengo ancora
l’effetto, se mentre l’una tocca il piatto del condensatore, l’altra tengasi isolata;
e basta solo che questa sia grande assai, o in altra maniera resa molto capace
mercè il comunicare coll’uncino di una boccia di Leyden carica, isolata,
onde poter fornire o ricevere sufficiente quantità di fluido elettrico: in tal
modo non mancherà esso condensatore di contrarre, se non i 3 gradi di elet-
tricità positiva, o negativa (secondo che gli si fa comunicare la lastra di zinco
o quella d’argento), 2 gradi, od 1 almeno a tenore delle circostanze.

§ XI. Un’altra maniera è quella, che ho descritta ampiamente nelle Let-
tere a GREN del 1796, e più ancora in quelle ad ALDINI del 1798 (pubblicate
negli Annali di Chimica di BRUGNATELLI), consistente nell’applicare a mutuo
contatto de’ piattelli di diversi metalli, tenuti ciascuno per un manico iso-
lante, e tosto divelti portarli al cappelletto dell’elettrometro: colle quali spe-
rienze ottenea pure, essendo i due piattelli uno d’argento e l’altro di zinco,