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coll’interposizione di questi a quelli potrebbesi nulla ottenere; ma fortunata-
mente non ha luogo, e non si osserva quella legge (come ivi pure mostrai)
passando dai detti conduttori e motori di prima classe a quelli di seconda.
Dispiegasi sibbene nel contatto di questo o quel metallo con questo o quel
conduttore umido qualche forza incitante e movente il fluido elettrico; ma
essa è molto picciola in paragone di quella che si dispiega nel mutuo contatto
di due metalli abbastanza diversi, come già ho fatto osservare (§ XII); e non
è già in rapporto coll’azione che quelli esercitano uno sull’altro. Così, per recare
un esempio, spingendo l’argento con una forza = 12 il fluido elettrico nello
zinco, e il zinco spingendolo per sua propria virtù nell’acqua con una forza
= 1, dovrebbe se avesse luogo l’indicato rapporto come per i metalli fra loro
(§ XXIII), spingerlo esso argento nell’acqua con forza = 13, eppure non ve lo
spinge che con forza = 1 anch’esso, poco più, o poco meno. Non trovasi dunque
più tra i conduttori di prima e seconda classe quel rapporto, ossia non vi
corrispondono le rispettive forze con giusta norma e tenore, come si osserva
per quelli di prima classe tra loro (§ cit.).

§ XXVI. Che se avesse luogo così fatto rapporto, e corrispondente gra-
dazione anche passando da una classe all’altra, ed ambe ne formassero così
una sola, è chiaro che a nulla servirebbe l’interporre ad ogni coppia di metalli
diversi un conduttore umido, qual egli si fosse, come a nulla serve l’interporre
un terzo metallo qualunque (§ XXIII), e che giunto non sarei mai, moltipli-
cando, tali coppie e strati umidi, ad avere maggior forza di elettricità di quella
avea ottenuto da una coppia sola. Se vi son giunto pertanto, se ho potuto co-
strurre degli apparati che danno segni elettrici tanto più forti, delle scosse
gagliarde, scintille ec., è dunque in grazia di questo cambiamento di tenore
nel passaggio dalla prima alla seconda classe de’ motori elettrici.

§ XXVII. Può domandarsi qui (e la questione è d’importanza), se il
rapporto, ossia quella regolata giusta gradazione, che si osserva tra i condut-
tori di prima classe, riguardo alle rispettive loro forze in qualità di motori
del fluido elettrico (§ XXIII) e che manca poi nel passaggio da quella prima
alla seconda classe (§ XXV) abbia luogo di nuovo per i conduttori di questa
seconda classe tra loro, cioè non sortendo da tal classe. Supposto che avesse
luogo, diverrebbe impossibile il costrurre un apparato con questi soli, che di-
spiegasse una forza elettrica di qualche polso, atta a scuotere le braccia, ec.,
come abbiam mostrato (§ XXII, XXIII) esser impossibile costrurlo con soli
della prima classe.

§ XXVIII. Eppure, se non l’arte, la natura ha trovato il modo di riuscirvi
negli organi elettrici della Torpedine, dell’Anguilla tremante (Gymnotus elec-
tricus), ec. costrutti di soli conduttori di questa seconda classe ossia umidi,
senza alcuno della prima, senza alcun metallo; e forse non siam lontani che
anche l’arte vi possa arrivare. Convien dunque dire che l’indicato rapporto