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rarefazione rispettiva di fluido elettrico, in un grado anche considerabile, o
almen mediocre; ma. che questo fluido condensato, tendendo a rifluire per ri-
mettersi in equilibrio, rifluisca infatti, se non per i medesimi punti di contatto
ove si esercita la forza che lo incalza, per i punti confinanti d’attorno, che sono
lì lì a combaciare, cioè al tocco non tocco [1] ; i quali punti fuori del contatto fa-
cendo unicamente l’officio di conduttori non possono lasciar sussistere delle dette
condensazioni e rarefazioni rispettive, delle delle tensioni elettriche che pochis-
simo; tanto poco, che l’Elettroscopio il più sensibile non può darne alcun segno.

Pr. 11. Un simile ritorno del fluido elettrico ha luogo ecade sott’occhio,
allorchè si elettrizza per istropicciamento qualche coibente. Sia questo per es.
un nastro di seta teso, ben asciutto, sul quale si scorra comprimendolo con un
dito o con un cilindro di metallo: vedrannosi comparire delle striscie di luce
elettrica ai confini dello sfregamento, ne’ punti ove non vi è più contatto, ma
una grande prossimità delle due superficie: luce proveniente dal fluido elet-
trico accumulato, in virtù dello sfregamento sulla seta, e che ritorna per un
eccesso di tensione dalla medesima al dito o al cilindro di metallo. Lo stesso ac-
cade, in più bella maniera, con far giuocare una buona Macchina elettrica:
il fluido rifluisce visibilmente e in abbondanza dai puntj del vetro che sortono
dallo stropicciamento, rifluisce nei cuscinetti.

Pr. 12. É facile per altro di comprendere, che non è già tutta la quantità
di fluido elettrico aggiunta, che si ritorce indietro; ma solamente quella, che
eccede il grado di tensione comportabile, cioè a dire corrispondente alla forza
coercitiva della seta, del vetro, cc. Or questa forza essendo considerabile in questi
corpi isolanti, la quantità di fluido che vi resta accumulata (e così la man-
canza in quelli che si elettrizzano per lo stropicciamento in meno, come il solfo ec.),
è dessa pur considerabile. Al contrario la coibenza, ossia forza coercente es-
sendo se non nulla (il che non può dirsi a rigore, come vedremo) pressochè nulla
nei metalli, conosciuti altronde ottimi per conduttori, la tensione elettrica sus-
sistente, l’eccesso o il difetto di fluido indotto dall’azion potente del contatto,
che può mantenersi senza riversarsi, che si mantiene nei punti fuori sibbene
del contatto, ma ad esso prossimi, è picciolissima cosa, come ho già detto (Pr. 10).

Pr. 13. Questo poco però non è lo stesso che niente, egli è pur qualche cosa;
ed io andava pensando già da gran tempo, che si potrebbe forse rendere sensi-
bile mediante qualche artificio. Or dunque ho il piacere di annunciarvi, mio
Signore, che alla fine vi son giunto. Egli è coll’ajuto del mio Condensatore
d’Elettricità disposto in una certa maniera, e molto meglio del Duplicatore
a molinello di NICHOLSON, descritto nelle Transazioni Filosofiche di Londra