466
una corrente di fluido seguita e in giro nell’interno di detti conduttori, la quale
non producendo eccesso, difetto, in alcuno d’essi condensazione,
rarefazione, o in alcuna delle loro parti, non neppure segni all’esterno.

Pr. 8. Abbiamo l’esempio di una simile elettricità scorrente per entro a
conduttori, senza che nulla ne compaja al di fuori, senza che gli Elettroscopj
applicati esteriormente ne diano alcun segno, allorchè si fa comunicare il primo
Conduttore della Macchina elettrica ad altri conduttori egualmente buoni senza
fine, ossia tali [che], [1] anzichè trovarsi isolati comunichino senza alcuna in-
terruzione col suolo umido. Ecco allora, che per tutto il tempo, che si fa giuo-
care la Macchina, il fluido elettrico scorre, diciam così, a pien canale per tutta
la lunghezza e serie di detti conduttori; i quali con tutto ciò non danno alcun
segno elettroscopico.

Pr. 9. Gli è vero, che questi segni non mancheranno di comparire ben tosto
nel primo conduttore della Macchina, ove egli venga disgiunto dagli altri in
modo, che resti isolato, e si continui intanto il giuoco di essa Macchina; che
l’Elettricità manifesterassi e coi movimenti degl’Elettrometri ad esso condut-
tore applicati, e con scintille ancora al luogo dell’interruzione, se l’intervallo
non è troppo grande; laddove nulla di ciò succede nelle altre sperienze, in cui
sostengo, che una simile corrente elettrica viene eccitata e mantenuta dallo
stropicciamento, o dal semplice contatto di conduttori perfetti o quasi perfetti,
quando sian essi di diversa specie, e quando il circolo deferente sia compito:
è vero, dico, che non succede quì, come sembra che pur avrebbe a succedere,
cioè che interrompendo il circolo, la qual cosa deve arrestare la detta corrente,
compajano, se non delle scintille, almeno qualche [2] segni di elettricità all’Elet-
troscopio. Ma è facile di rispondere che, se l’azione, che si dispiega nel contatto
mutuo dei conduttori differenti può eccitare e mantenere una corrente di fluido
elettrico, allorquando il circolo essendo compito, e in tutte le parti continuo,
verun ostacolo sensibile vi si oppone; ella non è però abbastanza forte per vin-
cere quella resistenza che nasce da un’interruzione qualunque dei conduttori;
ella non spinge con abbastanza vigore il fluido elettrico per fargli superare con
un salto il più piccolo intervallo, per tenerlo sensibilmente condensato in
uno de’ detti corpi, e rispettivamente rarefatto nell’altro: senza di che, cioè
senza una tensione elettrica di una certa forza non vi può essere alcun movi-
mento negli ordinari Elettroscopj in qualsivoglia maniera applicati, e molto
meno scintilla alcuna nelle interruzioni.

Pr. 10. Si può ancora supporre (e questa supposizione soddisfa meglio a
tanti fenomeni) che l’azione risultante dal combaciamento di tali conduttori
avrebbe per stessa una forza sufficiente da produrre cotal condensazione e