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pisce facilmente, che tosto che il fluido elettrico sarà accumulato nello Stagno
per es. a spese dell’Ottone (fig. 6), accresciuto dico, nel primo, e diminuito
nel secondo, al segno di produrvi quel maximum di tensione, che questi metalli
assai meno coibenti che conduttori, e altronde non isolati, possono sopportare,
tensione che come, ho fatto osservare già più volte (Pr. 37 segg. e 42) non arriva
a 1/1000 di grado di un Elettrometro a paglie sottilissime, non ne potrà passare
davantaggio dall’uno nell’altro metallo per i punti di mutuo contatto, ove giu-
stamente agisce la forza che move e incalza esso fluido, senza rifluire, per i
punti all’intorno, non toccantisi, ma affatto prossimi, ove per conseguenza la
sola virtù conduttrice, ha libero e pieno giuoco: del quale ritorno di fluido elet-
trico ho avuto già occasione di parlare più sopra (Pr. 10-12).

Pr. 46. Or se si supponga, che la quantità di fluido elettrico, cui ciascun
punto di contatto tende in ogni istante a mandare da un metallo nell’altro,
non sia già estremamente picciola, bensì anzi mediocre, supposizione che viene
suggerita da un gran numero di sperienze, e che soddisfa assai bene ai fenomeni,
come ho diggià accennato al Pr. 10., si vedrà chiaramente la ragione, perchè
non abbisogni più che un picciol numero di questi punti di contatto mutuo de’
metalli per produrvi in uno spazio discreto di tempo il detto maximum di elet-
tricità comportabile colla facoltà conduttrice o vogliam dire dissipatrice di
essi metalli: maximum, che, come si è veduto, è molto più piccolo del minimum
di elettricità. marcabile dai nostri Elettrometri; perchè un contatto più esteso
sia presso a poco inutile, ec.

Pr. 47. Riguardo alle sperienze, in cui due metalli diversi sono addotti
al mutuo contatto da una parte, in tempo che comunicano dall’altra per l’in-
terposizione d’uno o più conduttori umidi, in guisa di formare un circolo non
interrotto (vedetene il tipo nella fig. 5); nel qual caso si stabilisce una corrente
continua una circolazione perenne di fluido elettrico (Pr. 28. 36. ec.); farò
osservare che questi conduttori umidi, ossia, di 2a classe non essendo di gran
lunga così buoni, come i conduttori metallici, oppongono una resistenza consi-
derabile alla detta corrente, massime allorchè non offrono che un passaggio
angusto. Se avvien dunque che il contatto del metallo con questi deferenti
umidi non si faccia se non in un picciol numero di punti; che la grossezza o lar-
ghezza di detti corpi in quel tratto da un metallo all’altro non sia abbastanza
grande, come per es. allorchè in una catena più o men lunga, di codesti condut-
tori umidi si truova compresa una rana preparata in modo che le sue gambe
non tengono al tronco che per i soli nervi crurali; che insomma il sentiero,
o diciamo canale divenga in alcun luogo troppo stretto; la resistenza che il
fluido elettrico incontra in questi passaggi angusti e difficili, è cagione ch’esso
non possa scorrere con quella libertà e in quella copia che altrimenti farebbe;
che non ne tragitti in ciascun istante se non una quantità molto limitata;
quantità che può benissimo essere fornita. anche da. un picciol numero di punti