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Pr. 42. La picciolissima, la quasi infinitamente picciola coibenza, o, ciò
che torna allo stesso, la grandissima, facoltà conduttrice dei metalli pone un
limite all’addizione e alla sottrazione rispettivamente in tali corpi fra loro co-
municanti, limite, che queste elettricità contrarie e nello stesso tempovicine
anzi contigue, non possono oltrepassare: no, non possono andare al di di
quella tensione estremamente picciola, che noi abbiamo osservata, e in qualche
modo determinata nelle circostanze descritte (Pr. 37. e segg.). Come mai in-
fatti l’elettricità in più dei dischi marcati col segno (+), e quella in meno dei
dischi segnati (--), nelle fig. 1, 2, 4, 6, come mai queste elettricità, quando aves-
sero una tensione sensibile, potrebbero reggere e mantenersi tali, sussistendo
una comunicazione di quei dischi fra di loro e col suolo per mezzo di buoni
conduttori, come si vede? Egli è evidente, che non può indursi e sostenersi
in essi dischi, che una tensione estremamente debole, corrispondente all’estre-
mamente picciola coibenza di tali conduttori metallici quasi perfetti, un’elet-
tricità insomma impercettibile, che non sorpassa forse 1/10000 di grado, e sicu-
ramente non arriva a 1/1000 dell’Elettrometro a paglie sottili (Pr. Pr. cit.); e
che non può essere resa sensibile che col mezzo dei Condensatori o Duplicatori,
come vedemmo.

Pr. 43. Queste riflessioni mi conducono a spiegare alcune difficoltà, che
facilmente si presenteranno. Se nel contatto mutuo di due metalli di diversa
specie, dell’Argento per es. collo Stagno, sorge un’azione, una forza, che sol-
lecita il fluido elettrico e lo porta a gettarsi dal primo nel secondo, parrebbe,
che ve ne dovesse passare una quantità molto più grande e in più breve tempo
allorchè questi metalli si combaciano in una larga superficie, che non quando
si toccano in pochi punti: eppure non si osserva una differenza notabile
nelle prove col Duplicatore, in quelle, in cui si compie il circolo ad oggetto
di eccitare dei moti muscolari, delle sensazioni di sapore, di luce ec. non si
osserva, dico, notabile differenza negli effetti, sia che il contatto dei dati metalli
si faccia, non dirò in un sol punto, ciò che sarebbe troppo poco, ma in un picciol
numero di punti, sia che si faccia in molti punti, od in un’ampia superficie.
Non è egli evidente, che in ciascun punto di contatto deve esercitarsi la mede-
sima azione? E perchè dunque l’effetto non corrisponde egli alla somma di
queste azioni o forze, al numero dei punti di contatto?

Pr. 44. Dirò, che vi corrisponde fino a un certo segno, oltre il quale la
resistenza ossia reazione del fluido accumulato o condensato nel corpo che lo
riceve, in virtù del contatto, non permette che ve ne passi in maggior quantità
Così la tendenza all’equilibrio dello stesso fluido non permette che ne resti
impoverito oltre a un certo segno il corpo, che per la stessa virtù del contatto
lo .

Pr. 45. E primieramente quanto alle sperienze, in cui il circolo condut-
tore non è compito, come son quelle del Duplicatore fin qui descritte, si conce-