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rebbero, e manterrebbero una corrente continua, una circolazione non inter-
rotta di esso fluido. Si adducano p. es. al contatto i due dischi S. 0. della fig. 7.
e sarà simile il caso, simile gli effetti a quelli della fig. 5. (Pr. 28). Una tal cor-
rente in giro, senza intermissione è ciò appunto che succede nelle sperienze
ormai conosciutissime, in cui mercè l’applicazione conveniente di due, o più
metalli diversi a dei conduttori umidi, in guisa da compiere il circolo, si ecci-
tano le contrazioni dei muscoli, le sensazioni di sapore sulla lingua, di chiarore
nell’occhio a guisa di lampo, ec. ogni qualvolta questi organi, e singolarmente
i loro nervi sensibilissimi fanno parte di tal circolo conduttore, come si è già
accennato nel cit. Pr. 28. Ma i dischi stando separati nelle d.e sper. del duplica-
tore da. un intervallo sia quanto si voglia picciolo o dal cartoncino utilmente
interposto (Pr. 21), il quale non essendo molto umido è un assai cattivo con-
duttore, il fluido elettrico incitato e mosso dalle dette azioni non può che accu-
mularsi un pochetto nel disco d’Ottone, toccato dalla verga, d’Argento (fig. 1,
e 2), come pure in quello di Stagno toccato dalla verga di Ottone (fig. 6); e
all’incontro scemarsi alcun poco nel disco d’Ottone toccato dalla verga di Stagno
(fig. 1, 2, 3, 4): e ciò tanto meglio, quanto queste due elettricità opposte si so-
stengono reciprocamente, controbilanciandosi ne’ dischi così affacciati, si
compensano in certo modo, vale a dire, che per l’influenza mutua delle loro
atmosfere cotanto vicine, le tensioni elettriche ne vengono molto rilasciate ed
affievolite.

[1] Pr. 36. Del resto sono per codeste tensioni così deboli, che non arri-
vano a un millesimo di grado de’ miei elettrometri a paglie sottili, o ad un cen-
tesimo dell’Elettroscopio prodigiosamente sensibile di BENNET a fogliette
d’oro: e certamente non si sarebber potute giammai scoprire tali debolissime
impercettibili elettricità, senza il soccorso del mio Condensatore; e difficilmente
con il Condensatore semplice o composto; difficilmente pure con i duplicatori
del prelodato BENNET, e di CAVALLO: ci voleva proprio quello di NICHOLSON
a molinello, il quale oltre all’essere una Macchinetta assai più elegante, si rende
incomparabilmente superiore a quegli altri, tanto per la facilità di maneggiarlo
congiunta alla celerità con cui si fan passare uno in faccia all’altro i dischi, come
conviene, e come conviene si stabiliscono e si tolgono alternativamente le co-
municazioni, quanto per la sicurezza di non isbagliarla mai continuando lungo
tempo la manovra, ossia di non commettere dei falli, che guastin tutto, come
accade facilmente cogli altri duplicatori.

Pr. 37. Sia dunque l’elettricità indotta in uno dei dischi dal contatto di
un altro metallo di diversa specie, sia pure inconcepibilmente picciola, tale, che