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più antiche che le avean fatte nascere, e mi avean mano mano condotto alla
costruzione del nuovo strepitoso Apparato, e così ancora rivolte a perfezio-
nare in un colla teoria elettrica codesto Apparato medesimo, a variarne le
forme, ecc., non mi sfuggirono del tutto gli effetti chimici da esso prodotti,
e non tardai molto a donar loro qualche attenzione, se non tutta quella, che
meritavano. Osservato avea con sorpresa fin sulle prime la pronta calcinazione|ossidazione
de’ pezzi di metallo, ond’erano costrutti varj di questi miei apparati (giacchè
ne costrussi in più maniere e forme diverse); la pronta calcinazione|ossidazione, dico,
nelle faccie metalliche poste in contatto dell’acqua, sia semplice, sia salata,
e massime nello zinco tanto puro, che legato con dello stagno, ecc. Che se
non ne parlai nello Scritto imperfetto, e a pezzi mandato dodici mesi sono a
Londra in forma di lettere, nel quale molte altre cose ho ommesse, ben ne feci
parte di un tal fenomeno d’altri pure chimici verso il medesimo tempo, cioè
fin dai primi di Aprile dello stesso anno 1800, al mio Collega e Professore
di Chimica BRUGNATELLI.

Fu però solamente verso il fine dell’Estate, che venni eccitato a portare
una più seria e particolar attenzione a tali effetti elettrico-chimici da una let-
tera del Cons. MARSILIO LANDRIANI da Vienna, in cui mi ragguagliava somma-
riamente delle nuove sperienze di NICHOLSON, nelle quali, fatto arco conduttore
dall’uno all’altro estremo del mio Apparato Elettro-motore, ossia compito
il circolo per mezzo di due fili metallici pescanti nell’acqua di un tubo di vetro,
comparivano e vi spiccavano da uno de’ fili singolarmente, molte bolle di aria
infiammabile, nate dalla decomposizione di essa acqua ed esso filo (dovea
dire piuttosto l’altro) si calcinava a vista; sperienze, ch’erano state verificate
in presenza di esso LANDRIANI da quel Professore Viennese JACQUIN. Allora
mi applicai di proposito a ripeterle ancor io, e variarle in più guise, e molti
nuovi e bei risultati ne ho ottenuti; picciola parte de’ quali ho già comuni-
cato al prefato LANDRIANI nella mia lettera risponsiva scrittagli in 7bre pas-
sato [1] (la quale assieme alla sua fu inserita da BRUGNATELLI nel tomo XVIII
de’ suoi Annali di Chimica pubblicato poco dopo in Pavia), promettendo di
comunicargli in seguito il resto, come eseguirò. Intanto ne farò parte anche
a voi se non colla presente, che riuscirà già lunga abbastanza senza questo,
in altre lettere successive.

Per ora stimo non poter far meglio che trascrivervi i primi paragrafi
della Memoria sopraccennata che trasmisi l’anno passato a Londra, con poche
parole mutate, e tralasciando varie note che vi ho aggiunte ai luoghi che in-
dicherò quì soltanto con un asterisco.