LETTERA
AD
ORAZIO DELFICO.

Pavia, 13 Aprile 1795.

Amico Car.mo: e Pa.e: stim.o:

Comincio dal fare scusa a V : Ec : del tanto ritardo a rispondere a due sue
compitissime, la prima delle quali ricevei al principio dell’autunno, l’altra
al principio dell’inverno scorsi. Volevo io aspettare a risponderle d’aver par-
lato delle sue commissioni all’Ab.e Re. Venni a Pavia verso la metà di 9bre,
glie ne parlai; ma non potei conchiudere che egli eseguisse gli Elettrometri
comparabili quest’inverno: è questa una fattura lunga, e fin verso le nostre
vacanze estive non gli avanza tempo per eseguirli; promette però di farlo prima
che io parta da Pavia, avendo bisogno della mia assistenza quale io presterò
ben volentieri.

Sono andato ancora più innanzi colle mie ricerche sull’azione dei condut-
tori elettrici, massime metallici, sovra i nervi e i muscoli: de’ Conduttori me-
tallici, dico, posti a semplice contatto, ossia combaciati con conduttori di
un’altra classe, cioè acqua ed altri fluidi non oleosi, e corpi anche solidi ma con-
tenenti bastante dose di cotali fluidi; quali tutti e fluidi e liquidi dinoto bre-
vemente col nome di conduttori umidi, chiamando conduttori secchi quei della
prima classe, cioè tutti i metalli e semimetalli, varie miniere e piriti (delle
quali, massime piriti, molte non la cedono in conducibilità ai metalli puri e
perfetti) e i carboni vegetabili e animali. Tutte le esperienze ed osservazioni
mi persuadono sempre più che la mossa al fluido Elettrico viene data dai con-
duttori medesimi applicati esternamente per propria loro virtù, la quale agisce
per semplice combaciamento di due di essi dissimili, senza che vi sia bisogno
di supporre sbilancio di detto fluido negli organi degli animali ex. gr. tra mu-
scolo e nervo, o tra l’interno e l’esterno del muscolo come sostengono tuttavia
i seguaci di GALVANI.