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valga a far vibrare i pendolini di un elettrometro anche meno delicato, di uno
cioè a paglie; e talor anche diviene tal artificioso accrescimento necessario
eziandio per movere l’elettroscopio a fogliette d’oro, quando cioè i piattelli,
che si portano al combaciamento, o non sono molto dissimili, o non si affac-
ciano con abbastanza larghe superficie (il che quanto influisca e perchè, viene
ampiamente spiegato dal VOLTA nella 2a e 3a lettera a GREN), e sortono quindi
dal mutuo contatto con elettricità affatto insensibile. Per ottener dunque l’in-
tento ricorre il VOLTA al Condensatore, ch’io chiamerei più volentieri Col-
lettore di elettricità: stromento da lui inventato ha già parecchi anni, e che
gli ha fatto fare altre importanti scoperte. Voi conoscete sicuramente, illustre
Professore, questo prezioso stromento fisico, e le varie foggie, che gli si posson
dare; e quindi vi riuscirà facile d’intendere com’egli lo adoperi il VOLTA per
portare ad un grado assai considerabile di forza la debolissima elettricità, di
cui si tratta, quella cioè che nasce dagli indicati combaciamenti dei piattelli
metallici dissimili. Il seguente è il modo più semplice, a cui s’attiene in oggi,
lasciando ormai da parte il Duplicatore, del quale, come già si è detto, cominciò
a servirsi due anni sono, ad oggetto appunto di rendere sensibile, a forza di
moltiplicare, cotale elettricità metallica (g) ; ma che trovò in appresso non di-
venirgli necessario, che per alcuni casi, ed esser quindi preferibile d’ordinario
il semplice suo Condensatore (h) .

Prende dunque per tal Condensatore un disco o piattello metallico qua-
lunque, di 2 in 3 pollici di diametro, guernito di un manico isolante, che s’im-
pianta nel centro della sua faccia superiore, la quale non è necessaria che sia
piana ed uguale, ma può essere più o meno convessa, ec.. Questo disco, che il
VOLTA suol chiamare Scudo, lo posa coll’altra sua faccia perfettamente piana
sopra una base anch’essa piana ed eguale, la quale sia o per se stessa semicoi-
bente, o altrimenti coperta da un sottile strato coibente, sopra un tavolino
e. g. coperto di buon incerato, sopra un piano di marmo ben asciutto, o meglio
sopra un altro piattello metallico intonacato di buona vernice d’ambra, o
incrostato leggermente di ceralacca. Servendosi di quest’ultimo per base
del Condensatore, usa egli tutta l’attenzione di non eccitarti con istropiccia-
mento, o percosse alcuna sensibile elettricità, per cui abbia ad agire come Elet-
troforo, e rendere per tal cagione equivoci i risultati: così anche adoperando
l’incerato, o il marmo; i quali però, siccome meno idioelettrici, sono men sog-
getti a un tal inconveniente; e son anzi disposti, massime il marmo, a divenire
per l’umido troppo poco coibenti. Ma è facile rimediare a quest’altro incon-
veniente, e ridurre il marmo nel migliore stato (in cui talvolta si trova natu-