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ossia della corrente mossa da una boccetta di Leyden convenevolmente carica,
e quella della corrente mossa dal semplice contatto di due metalli dissimili: dal
che, si deducono due cose, e che l’azione ossia l’impeto al fluido procede real-
mente da tal contatto, come con tante sper. e io dimostro, non dagli organi
dell’animale, come si pretende da’ Galvaniani; e che tale fluido è il vero e
genuino fluido elettrico, non altro fluido sognato, analogo più o meno all’elet-
trico, oppure elettrico ma sott’altra forma modificato, e d’indole mutato,
elettrico-animale , o come voglia dirsi. Chimere son queste: no, egli è il vero e
proprio fluido elettrico comune, che agisce com’è solito di agire quando e dove
è posto in corrente e giusto il grado e forza di tal corrente [2] , che si comporta
e relativamente alla qualità deferente o coibente dei corpi in tutti i gradi, e
in ogni altra cosa conforme affatto alla sua natura ed indole; riguardo alla
quale perfetta conformità d’effetti dello stesso fluido elettrico identico altre
prove incontreremo bene in seguito, e all’incontro niuna obbiezione che vaglia.
Valuterannosi forse quelle del non osservarsi mai in simili sperienze la minima
scintilla o luce elettrica, il minimo segno negli Elettrometri più sensibili?
Ma se la mancanza di questi segni bastar dovesse a farci giudicare o che non
v’è elett. à in moto, non succede vera corrente di fluido elettrico, o che cotesto
fluido ha cambiato natura, prese nuove forme e modificazioni; già più non
avremmo per vera e genuina elettricità quella di una grande boccia di Leyden,
caricata debolissimamente con una sola scintilletta e. g. di un picciolo Elet-
traforo; giacchè non solo provocata alla scarica non fa vedere la minima scin-
tilla, ma neppure è atta ad attrarre il più legger corpicello, o a movere il più
delicato Elettrometro e negheremmo quindi che succedesse alcuna scarica,
o che movesse e inducesse scaricandosi alcuna corrente elettrica ecc.: eppure
la move da un capo all’altro del circolo conduttore, quando questo non abbia
la minima interruzione neppure per la grossezza di una finissima carta; te-
stimonio la scossa che cagiona nella rana preparata, ed anche non preparata,