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originariamente, o per , idioelettrici, o semplicemente elettrici, e i condut-
tori all'opposto simperielettrici, o non elettrici. Or ecco che quest’i conduttori
creduti non abili a concitare e smovere originariamente e per virtù propria
il fluido elettrico ove trovisi equilibrato e quieto, lo sono anzi più dei così detti
idioelettrici, conciosiachè tanto più facilmente di essi smuovono d. o fluido,
quantochè basta loro per ciò del mutuo contatto di due dissimili, senza che
faccia bisogno di stropicciamento, di forte pressione; e sì fattamente lo
smuovono che invece di terminarsi il trasporto di esso fluido alla superficie,
e limitarsi ai punti toccati come accade ai coibenti, accumulandosi e. g. e
condensandosi sulla superficie del vetro fregata e rimanendo ivi confinato,
e viceversa rarefacendosi unicamente nella faccia del solfo parimenti strofinata;
invece, dico, di terminarsi alla superficie il trasporto del fluido elettrico nel
combaciamento di due conduttori diversi, procede oltre percorrendo, se trovisi
compito, tutto il circolo conduttore, ritornando al luogo della mossa, cioè ai
punti del combaciamento, e passando di nuovo innanzi in guisa di continuar
incessantemente in tal giro: dal che inferir si vuole, che anche l’azione che lo
spinge sia incessante.

Come ciò succede, che sia l’azione che risulta dal combaciamento de' due
corpi indeficiente, e perenne quindi la circolazione del fluido elettrico animato
da tale azione, non m’impegno quì di spiegarlo; sembra veramente tal cosa
un paradosso; pure il fatto è certo, e ne addurrò a luogo opportuno le prove.
Intanto farò riflettere, che in fondo può essere la stessa causa, ed io ne son
persuaso, che sbilancia il fluido elettrico nella confricazione di due corpi, uno
de' quali sia coibente, od anche ambedue, in guisa di aggiungerne o di toglierne
alla natural dose, terminandosi tale sbilancio nel coibente alla sola superficie
anzi ai soli punti strofinati, può essere, dico, la stessa causa che produce questo
trasporto di fluido elettrico in tal modo confinato dalla natura stessa del coi-
bente, e che produce quell’altro trasporto e corrente continuata nel combacia-
mento di due corpi ambedue conduttori. Infatti se lo strofinamento, la per-
cossa, la pressione, che sono, singolarmente il primo, i mezzi riconosciuti da
un pezzo efficaci onde portare l’indicato sbilancio sulla faccia de' coibenti,
condensarvi cioè o diradarvi il fluido elettrico, operano ciò non già per alcuna
forza meccanica di scosse o vibrazioni od altro urto dirò così materiale, ma,
come sembra molto più probabile, per un giuoco qual esso sia delle forze mutue
di attrazione o di ripulsione diversamente modificate da’ diversi sfregamenti,
percosse, o pressioni di tali o tali altri corpi, portando grandissima varietà
negli effetti le varie specie appunto de' corpi che mutuamente si stropicciano,
o percotono, potrà facilmente concepirsi, che la cosa infine si riduca al sem-
plice combaciamento di tali o tali due corpi diversi; e che lo stropiccio, le
percosse, le forti pressioni intanto riescano mezzi più assai efficaci, in quanto
inducono effettivamente un molto più ampio ed esatto combaciamento.