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l’altro, e colla rana alcuna commozione della medesima; succede però, avvegnachè debolmente,
e soltanto con una rana dotata di forte vitalità, quando i metalli sono bensì della medesima
specie, ma pure differiscono nella durezza o tempera, nella lega, nel polimento, nell’esterno
stato regolino, o lucentezza metallica. Così e. g. non ottiensi alcuna convulsione della rana
nell’ultima addotta sperienza, se il collegamento dell’acqua nei due bicchieri facciasi e. g.
mediante un arco di filo d’argento, il quale sia del tutto e in tutto uniforme ed omogeneo.

§ 1395. Ma che? Anche nell’addotto caso tornano a comparire le convulsioni, sol che
una delle estremità di tal arco metallico omogeneo, s’intonachi, o sporchi di un condut-
tore liquido, diverso dalla semplice acqua, e. g. di un liquore alcalino, di ossinitroso, di
una dissoluzione di fegato di solfo; oppure pongasi in uno dei bicchieri acqua pura, nel-
l’altro aceto, od acqua salata, o un liquor alcalino, od una dissoluzione di solfuro di pot.,
e la concatenazione si faccia pure anche adesso per mezzo di un solo metallo.

§ 1396. I riferiti fenomeni delle contrazioni muscolari sonosi ottenuti non solamente
nelle rane ed altri animali a sangue freddo, ma sibbene negli animali a sangue caldo, ed
anche nelle membra umane, per tutto il tempo che vi durava la facoltà eccitabile. Solamente
mostransi tanto più deboli tali convulsioni, quante, le altre cose pari, è minore essa ecci-
tabilità, e durano tanto meno, quanto più presto la medesima svanisce.

§ 1397. Si applichi fra la punta della lingua, e il labbro inferiore una laminetta di
stagno, sicchè ne sopravanzi un pezzo; si tocchi in seguito la faccia superiore di essa lingua
con un pezzo d’argento, e col medesimo si tocchi a un tempo la stagnuola sporgente: si
sente, al momento che i due metalli toccansi fra di loro, e insieme toccano la lingua, un
sapore assai rimarcabile e vivo, che ha del caustico (b) .

§ 1398. Si empia una tazza di stagno di latte di calce; oppure di una lisciva alcalina
mediocremente forte; s’impugni la tazza con una od ambe le mani, umettate dianzi con
acqua semplice; e si porti l’apice della lingua sopra il liquore contenuto nella tazza: ecci-
terassi tosto la sensazione di un sapore acido sulla lingua, che tocca quel liquore alcalino.
Questo sapore è, almeno sul principio, ben deciso, finchè cambiando poco a poco fa luogo
da ultimo al sapore alcalino proprio del liquore.

§ 1399. Si prenda una tazza di stagno (meglio ancora di zinco); si adatti sopra un
piede d’argento, e si riempia di acqua pura. Intingendo la punta della lingua in questa
acqua, si prova, com’è naturale, insipida; non si tosto però si viene colle mani ben umet-
tate a stringere il piede d’argento, che la lingua sente un sapor acido decisissimo

§ 1400. Finalmente portisi fra la mandibola sinistra superiore, e la sinistra guancia:
una spranghetta di zinco, e fra la mandibola dritta inferiore, e la guancia dritta una spran-
ghetta d’argento, e ciò in guisa, che i due pezzi metallici sporgano fuori della bocca; ap-
presso si vadano accostando l’una all’altra queste estremità sporgenti: una sensazione di luce
facendosi l’esperienza all’oscuro, un repentino chiarore colpirà la vista al momento che giun-
geranno i due metalli al mutuo contatto.

§ 1401. Se in tutti gli esposti casi hanno ad eccitarsi le contrazioni muscolari, o le
sensazioni, egli è affatto necessario, che conduttori di diverse specie sian messi a contatto
fra loro, che cogli organi irritabili o sensibili.