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dunque trarnelo fuora, ed esplorarlo con mezzi acconci, esposto all’aria,
ed anche asciugato un poco, tanto che non sia più grondante di acqua. La
miglior maniera che io immagino è di adagiarlo col ventre in giù, al quale
corrisponde un capo del doppio suo organo elettrico (come sappiamo), sopra
una larga lastra o bacile di metallo posto su d’un tavolo abbastanza umido,
o meglio ricoperto da una tovaglia bagnata; e in tale stato solleticarne quella
parte della schiena, a cui corrisponde l’altro capo di detto organo, con un
filo metallico sporgente dal cappelletto di un buon elettrometro a paglie
sottili, od a listarelle di foglia d’oro.

Dubito però molto che si possa con ciò solo riuscir a muovere alcun poco
tali elettrometri, avvegnachè sensibilissimi: come accade anche colle ordi-
narie pile, od elettromotori artificiali, le quali pile, massime se siano molto
umide al di fuori, e tale umidità si estenda da un capo all’altro, o trovinsi
involte in qualsisia umida fascia (che rappresenti appunto gli integumenti,
che nello stato naturale involgono gli organi della Torpedine), non affettano
punto sensibilmente codesti elettrometri, o appena appena v’inducono qual-
che picciolissima divergenza de’ pendolini. Dubito, ripeto, che esplorando
così la Torpedine si possano aver segni immediatamente all’elettrometro.

Mediatamente però, cioè coll’ajuto di un buon Condensatore, adoperato
come conviene, sapete ch’io ottengo segni distintissimi, e di qualche forza,
e fino scintille, anche da pile di un numero non molto grande di pezzi, e le
quali non danno che una mediocre scossa, inferiore a quelle della torpedine;
li ottengo tali segni anche da pile grondanti d’acqua, od involte a bella posta
da qualche umida fascia. Son dunque persuaso, che eziandio dalle Torpedini,
che chiudono in seno siffatti organi simili alle pile, ossia un apparato elettro-
motore naturale emulo ai miei artificiali, otterrei io eguali segni elettro-
metrici, coll’ajuto parimente di un buon Condensatore; e spero che gli ot-
terrete pur voi, se di un tal ottimo Condensatore, non meno che de’ migliori
elettrometri vi troverete provveduto, come non dubito, e ne farete con somma
cura il conveniente uso. A questo fine cominciate dal provare il Condensatore,
di cui vorrete servirvi, sopra una picciola pila, che riposi colla sua base sul-
l’istesso tavolo bagnato, su cui giace la Torpedine, o sopra qualsiasi sostegno
avente comunicazione col suolo; provatelo col regger in mano il suo piattello
inferiore, ed il superiore applicatovi a dovere farlo comunicare, mediante
un filo metallico che ne sporga, alla testa di essa pila, indi staccatolo por-
tarlo isolato sopra il cappelletto dell’elettrometro; e osservato quali segni
ei faccia dare a questo, quanto ne faccia divergere i pendolini, ecc., ripetete
la prova con farlo comunicare esso piattello collettore nella stessa maniera
alla schiena della Torpedine ne’ punti corrispondenti a’ di lei organi elettrici.
Non so se questo toccamento basterà a caricare codesto piattello, onde averne
poi i segni all’elettrometro, nel modo che bastò il toccamento della pila nel-