200

La non riuscita pertanto non sarebbe un argomemo bastante per negare,
che gli organi di cui si tratta, sieno veri elettromotori per se stessi, a somi-
glianza delle nostre pile: all’incontro la riuscita sarebbe una prova eviden-
tissima, anzi un cumulo di prove, che tali veramente sono.

Or se infatti riescano (come torno a dire che spero) o tutte, o alcune delle
progettate sperienze, mercè il solo semplice spediente di tener compressi
nel modo sopra indicato ventre e dorso del pesce, se riescano colle Torpedini
intiere e vive, sulle quali dovete incominciar le prove, non dubito quasi, che
non siano per riuscire egualmente colle morte di fresco, e meglio trucidate,
anzi pure cogli organi soli, recisi, e separati intieramente dalle altre parti del-
l’animale. Son per dire, che mi aspetto da questi organi spogliati d’ogni ade-
renza, nudi e mondi, non solo le scosse, e gli stessi segni elettrometrici, come
dal pesce intiero e intatto, ma quelle e questi più marcati ancora. Vi propongo
adunque, e vi raccomando di verificar ciò con apposite sperienze. Se trovate
difficile di separare del tutto, e liberare da ogni inviluppo o parte estranea
quegli organi, recidete solamente la testa e la coda del pesce unitamente a
quelle porzioni del tronco, che sopravanzano la regione di essi organi rite-
nuta così quella sola sezione del corpo, che li contiene, provatela sul bacile,
o sul panno bagnato immediatamente, e comprimetela sotto uno scudo me-
tallico di mediocre peso; indi fatene prova. Sarà pur bello, se riescono così
le sperienze! Più bello ancora, e più decisivo, se riescano cogli organi intie-
ramente separati, e messi al netto; e dopo lungo tempo che si sono estratti
dal corpo dell’animale; e con porzione soltanto di essi, con pochi cioè di que’
prismi o tubetti infarziti da’ sottili strati, o con un solo.

Io mi lusingo che riusciranno più o men bene in tutte queste maniere,
ed in altre, che voi saprete immaginare. Vorrei poi anche provare a disfar
cotali organi, e ricomporli di posta, or come prima, or variando, sia la po-
sizione di essi tubetti, sia la serie delle pellicole o piccioli dischi di cui son
zeppi, ad umettarli con varj liquidi, ecc., per vedere se, e quanto ritengano
della primiera loro azione e forza, la quale fors’anche potrebbe accrescersi.

Nel decomporre, e ricomporre siffatti organi, oltre le altre osservazioni,
che suggerirà a voi di fare, vorrei che poneste un particolare studio a quelle,
che vi possano far discoprire quali e quante diversità si trovino fra uno e
l’altro di que’ strati o pellicole, riguardo alla loro sostanza propria, o all’u-
more di che sono intrisi, o a quello che frapposto ne riempie gli intervalli.
Una tal ricerca sottile e difficile è di grande importanza. La mia teoria vuole,
come sapete, che ogni pila attiva, sia di 1.°, o di 2.°, o di 3.° genere, debba
essere formata di una serie di gruppi, composti ciascuno di tre almeno con-
duttori diversi, che in tali circostanze sono poi anche motori: cioè che nel
1.° entrino due conduttori metallici diversi, ed un umido; nel 2.° due umidi
diversi ed un metallo; nel 3.° finalmente tre conduttori umidi tutti diversi.