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rente elettrica colle rispettive sensazioni di sapore, e di dolore, continuate,
ed anzi crescenti, come abbiam veduto. Perchè, torniamolo a domandare,
le commozioni, o contrazioni de’ muscoli del moto, sottoposti alla medesima
corrente elettrica continua, durano, si rinnovano frequenti a guisa
di tetano, ed è mestieri per farle ricomparire, che s’interrompa ciascuna
volta, e si chiuda di nuovo il circolo conduttore? Non si risentono dunque
in alcun modo tali organi, ossia muscoli del moto, per la continuazione della
corrente elettrica, anche la più copiosa e rapida? Non si può dir questo:
giacchè sebbene non compajano, dopo la prima, altre commozioni marcate,
si eccita però, quando l’apparato Elettro-motore è de’ più attivi, un certo
fremito, o costrizione ne’ membri sottoposti alla sua azione, che dura senza
rilascio, e cessa soltanto col rompere il circolo, ed arrestare la corrente elet-
trica. Anzi da tale eccitamento continuo soffrono non che i nervi muscolari
de’ moti volontarj, ma tutti gli organi vitali a segno, che se sia quello forte
abbastanza, venendo da una bona pila di 100. o più gruppi, le rane ed altri
piccioli animali non possono sostenerlo, e rimangono in pochi momenti privi
di vita non solo, ma spogliati ben anche d’ogni resto di vitalità come abbiam
poco sopra veduto (§ 77.).

§ 83. Ma anche la corrente men rapida di un apparato composto di poche
coppie metalliche non lascia di alterare alla lunga insignemente, ed in un
modo singolare quelle stesse parti, che dopo la prima commozione parea
che nulla più soffrissero. Valga per molti un solo esempio, che ci fornisce il
tante volte lodato nostro VOLTA. Pone egli le gambe di una rana tagliata
per mezzo il corpo a cavalcione di due bicchieri pieni di acqua, e gli intro-
duce nel circolo di uno de’ suoi apparati a corona di tazze, in numero di 20.
o 30. Al chiudersi di questo circolo, tosto quelle gambe balzano con grand’
impeto a segno di slanciarsi quasi intieramente fuor de’ bicchieri, dopo il
qual primo salto non ne danno più, manifestano alcuna commozione vio-
lenta se non vengasi come che sia ad aprire e chiudere di nuovo il circolo.
Rimanendo dunque quiete nella lor acqua, pare che nulla soffrano dalla cor-
rente elettrica, che pur continua ad attraversarle. Ma se in tal posizione ri-
mangono una mezz’ora circa, succede, che non si convellano più, più non
vibrino salto, come già faceano al rompersi e chiudersi alternativamente il
circolo. Han dunque perso inbreve tempo l’eccitabilità, di cui godevano,
ed è la corrente elettrica continuata, che loro l’ha fatta perdere: ma ciò che
reca maraviglia si è, che l’hanno persa soltanto relativamente ad essa cor-
rente, che le attraversi nella stessa direzione, giacchè se questa invertasi
rivoltando i bicchieri, o le gambe della rana, in guisa, che quella che pescava
nel bicchiere a destra, or peschi nel bicchiere a sinistra, onde vengano ora
percorse dalla corrente elettrica in senso contrario, ecco che alla prova ma-
nifestano di nuovo le più forti convulsioni, e balzano presso a poco come