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soltanto di questa porzione prende a fare il lungo giro delle braccia per giun-
gere all’altra mano, mentre la più gran parte si porta attraversando lar-
gamente quella e questa mano, e l’acqua di mezzo, per la più corta via dal-
l’un termine all’altro, i quali termini sono le lastre in essa acqua pescanti
nelle sperienze sopra descritte colle boccie di Leyden e colle pile, e in quelle
colla Torpedine, i capi de’ suoi organi elettrici, cioè la schiena ed il ventre.
Da questo torrente di fluido elettrico, che attraversa così l’acqua interposta,
affettando più d’ogn’altro il diritto cammino, ma insieme prendendo, per
facilitarsi il passaggio, anche altre strade laterali, e oblique, ossia spanden-
dosi molto in largo, come abbiam fatto osservare, viene scossa anche una
mano sola, o un dito, che pescando in essa acqua trovisi su una delle vie
di tal tragitto, e massime sulla diritta, o su qualcuna delle più vicine. Questa
scossa in parità di forza riesce più dolorosa alla mano, o almeno più ingrata
di quelle, che provansi quando nelle altre maniere la corrente elettrica fa
tutto il giro delle braccia: essa mano è compresa da un certo senso di costri-
zione, e da un intormentimento, che non può spiegarsi, se non si prova; e
questo non resta già confinato alla sola mano, o parte di lei immersa, ma ove
il torrente elettrico sia molto grande e poderoso, si estende per consenso più
o meno su per il braccio. Che se replichinsi con molta frequenza cotali com-
mozioni, come accade per lo più colla Torpedine, cui non si cessi di tentare,
e stuzzicare; e come ad imitazione può farsi anche più facilmente colle pile,
nasce nella mano, ed anche nel braccio quel formicolamento, lassezza, e stu-
pore, che ha fatto dare appunto il nome di Torpedine a quel pesce.

§ 72. Colle boccie di Leyden, e batterie può benissimo imitarsi ciascuna
commozione, ma non la serie frequente di molte, dovendosi per ogni volta
ricaricare esse boccie coll’azione di altri stromenti (con qualche o macchina
elettrica ordinaria, od elettroforo), e coll’impiego di un tempo notabile. In
ciò solo differiscono l’azione, e gli effetti delle boccie di Leyden, e batterie,
da quelli delle Torpedini, e degli Elettromotori di VOLTA, i quali per propria
forza si caricano, e appena scaricatisi ricaricano da se stessi all’istante; ossia
tendono continuamente a vomitar fuora da un capo, e ad ingojare coll’altro
gran copia di fluido elettrico: con che, ove stabiliscasi una comunicazione
non interrotta di conduttori abbastanza buoni, movono, e mantengono una
corrente rapida, e incessante, come tante volte si è detto. Ma per ciò che è
delle singole scariche momentanee, o a meglio dire limitate ad un tempo
brevissimo (nel qual senso abbiamo spiegato (v. l’art.° 3.°), che abbia ad in-
tendersi per momentaneo in qualsivoglia scarica), ogni effetto, ogni acci-
dente è perfettamente eguale, provengano esse scariche da batterie, da pile,
da Torpedini; o almeno non ve n’è nessuno di quelli delle pile, che non possa
imitarsi colle batterie, come ampiamente abbiam veduto. Que’ soli effetti
non possono queste imitare, i quali tengono alla continuazione, e durata