264

§ 69. Riguardo alla quale diversità delle scosse portate alle mani nei
due diversi modi indicati, e riguardo alle condizioni, per le boccie di Leyden
e batterie, sì della capacità loro, che dell’intensità delle cariche, e per le
pile, (supposte di buona forma, e in ottimo stato) della loro tensione dipen-
dente dalla qualità, e numero de’ pezzi onde sono composte, per aver pure
qualche cosa di determinato all’incirca, si è fatto il nostro infaticabile e sa-
gace sperimentatore a moltiplicare le ricerche, e ne ha avuto i seguenti ri-
sultati.

Una boccia, o giara di vetro sottile, avente un piede quadrato di arma-
tura, fa già sentire qualche scossarella a un dito solo, che o bagnato tocchi
immediatamente la di lei armatura esteriore, o vi comunichi per mezzo del-
l’acqua di una tazza, in cui peschi una lastretta metallica prolungata al
contatto di essa armatura, mentre con altra larga lamina metallica impu-
gnata strettamente dall’altra mano ben umida si viene a toccare l’arma-
tura interna, ossia l’uncino, che ne sporge, fa sentire, dico, tentata in questo
modo che serve molto bene all’intento come si è già detto altrove (§ 49.),
una scossarella al primo nodo di quel dito, se dessa boccia abbia la carica
di 1/2 grado solamente dell’elettrometro a paglie sottili (§ cit.), e per quelle
di 4. 6. 8. 10. gradi porta la commozione discretamente forte a tutto il dito,
ai carpi di ambe le mani, e fino ai gomiti. Ora la stessa boccia vuol esser ca-
rica a 5. gradi circa per iscuotere nell’istesso modo il dito, cioè così debol-
mente che appena si senta, e carica a poco meno di 100. gradi dell’istesso
elettrometro a paglie, ossia a 6. circa di quello a quadrante per dare una
scossa discretamente forte che giunga ai gomiti, quando nell’altra maniera
qui sopra descritta stanno esse mani nell’acqua dello stesso catino, in cui
pescano le due lastre, sopra le quali viene a farsi la scarica. Una batteria
invece di 10. 15. 20. piedi quadrati di armatura può far sentire eguale scossa,
ed anche maggiore alle mani similmente tuffate nel comune catino, caricata
a 12. 15. 20. gradi del medesimo elettrometro a paglie sottili. Che se scari-
chisi toccandola acconciamente, senza che vi sia tal bagno comune, senza
cioè l’acqua che faccia comunicazione tralle opposte armature, una carica
di 1. grado solo, o poco più darà una scossa discretamente forte, e finalmente
basterà per darne una debolissima sensibile appena ad un dito la carica di
1/10, di 1/12, di 1/16 di grado (come ricavasi dai §§ 49.-51.).

Dietro tali risultati, che ci offrono le sperienze di VOLTA, eseguite già
da qualche anno, e comunicateci non ha molto, possiamo inferire, che per
batterie di 100. 150. 200. piedi quadrati di armatura basterebbero le cariche
di 3. o 4. gradi per iscuotere nell’istesso modo sott’acqua le mani, e portar
la commozione fino alle braccia; quelle di 1/3 di grado circa per dare l’istessa
scossa forte ed estesa senza il bagno continuo; e finalmente di 1/40, 1/50, o 1/60
di grado per darla in cotesta maniera debolissima, appena sensibile a un dito.