ALLI SIGNORI STUDENTI
DI FISICA SPERIMENTALE NELL’ UNIVERSITÀ
DI PAVIA.

Pianse non a guari il nostro bel paese l’immatura morte d’uno de’ suoi più zelanti cultori
delle naturali discipline e de’ più valenti scolari del nostro VOLTA: ed io in lui perdetti altresì
uno de’ più cari amici. L’eguaglianza de’ suoi studj coi miei, una pari inclinazione per essi, e
molto più la sua benevolenza e fiducia a mio riguardo depositario mi resero d’alcuni suoi scritti,
e della sua volontà intorno ai medesimi.

Ecco ciò ch’Egli mi comunicò su d’uno di essi, allorchè me gli inviò, su di quello appunto
ch’ora io pubblico. « Non è più possibile, ch’io possa ordinare questo scritto, che giudico meri-
« tevolissimo della pubblica luce: questo giudizio siami permesso, mentre non trattasi quasi di
« cosa mia, voglio che per esso se ne faccia di me parola. Le idee originali che nel medesimo
« si scontrano ad ogni passo, l’invenzione delle esperienze, l’arte nell’eseguirle, la precisione ed
« utilità delle applicazioni, il linguaggio scientifico con cui è scritto, e lo stile istesso ti persua-
« deranno a chiare note, ch’io stesi queste pagine per la maggior parte sotto la dettatura del ce-
« lebre mio Maestro, e del tuo Predecessore, e che l’inventore istesso della Pila e del Condensatore
« è quegli che quivi ragiona ed esperimenta, e non il suo scolaro. Non ti rincresca adunque di dar
« ordine ai materiali preziosi ch’esso contiene, e ch’io non ho il merito di averli lavorati, ma bensì
« quello solamente d’averli riuniti, e d’affidarli a te ».

La volontà dell’amico fu per me un comando. Posi mano all’opra: lessi attentamente quelle
carte: ripetei anche in pubblico molte delle nuove esperienze in esse riferite: conobbi a non du-
bitare e per la natura degli studi a cui son dedicato, e per la famigliarità, della quale mi onora
il Principe degl’Elettricisti, a qual conio fossero improntate le verità ivi esposte; e convenendo
perciò pienamente nel giudizio dell’amico, non esitai un istanti a pubblicarle, sebbene fossero
scritte già da alcuni anni, introducendovi nelle cose e nello stile medesimo quel minore cambia-
mento che mi fu possibile, affinchè più manifestava la loro origine apparisse, dalla quale deriva il
loro grandissimo pregio e valore.

Nel secondare però le brame dell’amico non poco m’incoraggì la persuasione, che utilissimo
esser dovrebbe agli studiosi delle naturali facoltà il soggetto di questa Memoria, maneggiato con
profondità e maestria. Per esso, io meco ragionava, si porrà termine una volta alla questione sul-
l’ identità dell’elettrico col preteso fluido galvanico, la quale di tratto in tratto va ripullulando
sotto diversi aspetti: cadranno le tante assurde e bizzare ipotesi che si vanno fabbricando ogni giorno
sulla distinzione fra l’elettricità ed il Galvanismo, o sulla supposta elettricità animale od ani-