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della pila posta in parità di circostanze, come ora dicevamo, della Torpe-
dine, la qual dia le scosse sott’acqua, comunque essa pila ne rimanga fuori
per maggior comodo di sperimentare, ecco una delle maniere facili, con cui
ha eseguito il nostro VOLTA le indicate sperienze, e come potrà ognuno ripe-
terle con successo. Sia una pila grande, e molto attiva, fasciata tutt’al lungo
da una grossa pelle umida, od altra simil veste (ciò è per parificarla agli or-
gani della Torpedine involti e rinchiusi nel corpo medesimo di quest’animale)
(§ 60.), e trovisi interrotta in qualche sua parte, ma di maniera che si possa
togliere, quando si voglia tale interruzione, e congiungere le parti a dovere.
Il più comodo è di dividerla in due colonne, e disporle coricate sopra un ta-
volo in coda l’una all’altra, e separate per picciolo intervallo. Due lunghe
lastrette, o fili metallici grossi procedenti dalle rispettive estremità di tal
pila interrotta giungano a pescare nell’acqua di un catino qualunque, purchè
non di metallo, e vi si tengano alla distanza uno dall’altro di alcuni pollici.
In questo catino medesimo tuffi ora le mani una persona, e le porti o al con-
tatto, o vicine rispettivamente a detti conduttori metallici. Così disposte,
le cose, ogni volta che chiuderassi ad un tratto il circolo col togliere quella
interruzione fralle due colonne della pila, sia mediante un buon conduttore,
che vi s’introduca di mezzo, sia adducendo quelle ad un contatto immediato,
il che nell’indicata disposizione può farsi col solo avanzarne una di quel picciol
tratto, che è frammezzo, e premerla contro l’altra; ecco che le mani tuffate
proveranno la scossa: la quale sarà più o meno sensibile secondo le circostanze,
più o meno estesa alle braccia, ec.; minore però sempre di molto di quello
riuscirebbe, se i fili metallici procedenti dai rispettivi capi della pila si tro-
vassero fuori dell’acqua, e questi toccasse la persona colle mani; siccome
accade anche per la Torpedine, la quale le scosse molto più gagliarde fuori,
che dentro l’acqua, come già si è detto (§ 61). Il che prova, che dal fluido
elettrico messo in corrente dalla nostra pila nelle or descritte sperienze, oltre
quella parte che scorre per l’umida veste, che l’involge, come del pari ne
scorre pel corpo della Torpedine, che chiude in seno i suoi organi elettrici
(§ 60.); oltre il molto dipiù che ne passa pel corto e retto cammino dell’acqua
interposta ai due fili metallici pescantivi, e per l’altra acqua circondante
largamente essi fili, come egualmente ne passa in abbondanza per l’acqua
che circonda la Torpedine immersa; oltre tutte questi ampi disviamenti
del torrente elettrico, ne avanza ancora una buona dose, che, come appunto
nelle sperienze colla Torpedine medesima, così in queste della pila prende
la via meno diretta, e molto più lunga delle mani e braccia della persona,
che nel modo indicato tienle tuffate nell’acqua stessa.

§ 63. Un’altra maniera di fare la stessa sperienza, con cui si compiace
il VOLTA d’imitare ancor meglio e gli organi della Torpedine, e il processo
della medesima per dare la scossa, è la seguente. Pone egli ritte in piedi, e